Superbug e antibiotici, cosa sta succedendo in Italia

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Abbiamo già visto che l’Italia non è messa bene, quanto a batteri resistenti agli antibiotici. In occasione della Giornata europea di sensibilizzazione su questo tema, ecco però alcuni interessanti dati dell’Istituto superiore di sanità, che fanno ben sperare.

Se le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza si mantengono elevate, in base ai dati 2021 in qualche caso i numeri italiani sono in diminuzione rispetto agli anni precedenti.

Ma come si monitorano sul territorio i superbug resistenti agli antibiotici? L’Iss coordina in ambito umano il sistema di sorveglianza AR-ISS che si basa su una rete di laboratori ospedalieri di microbiologia clinica presenti su tutto il territorio nazionale che inviano i dati di sensibilità agli antibiotici ottenuti nella normale routine di laboratorio per patogeni isolati da infezioni invasive (sangue o liquor).

I soliti sospetti

I batteri sotto sorveglianza sono 8, e hanno nomi latini che abbiamo imparato a conoscere: Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis e Enterococcus faecium tra i batteri Gram-positivi, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter spp. Ad AR-ISS, si è affiancata nel 2013 la sorveglianza delle batteriemie da Enterobatteri resistenti ai carbapenemi, che raccoglie e analizza le segnalazioni dei casi di batteriemie da K. pneumoniae ed E. coli resistenti ai carbapenemi o produttori di carbapenemasi da tutto il territorio nazionale.

La buona notizia è che la percentuale di resistenza alle cefalosporine di terza generazione in Escherichia coli è in diminuzione nel 2021 (23,8%) rispetto al 2020 (26,4%). Dopo un aumento osservato nel biennio 2019-2020, nel 2021 si è riscontrata una diminuzione della percentuale di Klebsiella pneumoniae resistenti ai carbapenemi (26,7% contro il 29,5% del 2020). La resistenza ai carbapenemi si è confermata molto bassa in E. coli (0,4%) ma è risultata in preoccupante aumento nelle specie Pseudomonas aeruginosa (16,4%) e in Acinetobacter spp. (86,9%).

Anche per lo Staphylococcus aureus, la percentuale di isolati resistenti alla meticillina, dopo un periodo di stabilità, ha subito una flessione (29,9%). Continua il trend in aumento nella percentuale di isolati di Enterococcus faecium resistenti alla vancomicina, che nel 2021 è risultata pari a 28,2% mentre era 23,6 nel 2020.

Tra i batteri Gram-negativi, nel 2021, il 33,1% degli isolati di K. pneumoniae e l’8,8% degli isolati di E. coli sono risultati multi-resistenti agli antibiotici, ma entrambi questi valori sono in lieve diminuzione; per P. aeruginosa la percentuale di resistenza a tre o più antibiotici è risultata pari a 11,4%, anche questa in diminuzione, mentre si è osservata una percentuale di multi-resistenza particolarmente elevata (85,4%) ed in ulteriore aumento in Acinetobacter spp.

Circa 2.200 casi diagnosticati e segnalati nel 2021 confermano la larga diffusione in Italia delle batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi, soprattutto in pazienti ospedalizzati. Nel 2021 l’incidenza dei casi segnalati è stabile rispetto al 2020. I soggetti maggiormente coinvolti sono uomini tra 60 e 79 anni, ricoverati nei reparti di terapia intensiva.

L’impegno dell’industria del farmaco

“Combattere la pandemia silente si può. È necessario adottare strategie efficaci per contenere e prevenire gli effetti devastanti dell’antimicrobico-resistenza. Questa la priorità per tutti gli attori del sistema salute”, ha detto Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, in occasione della Giornata europea degli antibiotici nell’ambito della Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

“In Italia si stimano ogni anno circa 11.000 decessi che raggiungono i 35.000 in Ue, con un costo di 11 miliardi da qui al 2050. L’industria farmaceutica, che ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo degli antimicrobici, è impegnata su diversi fronti, dalla ricerca di nuove soluzioni terapeutiche alla definizione di programmi e tecnologie per ridurre al minimo l’impatto ambientale degli antibiotici”. 

La pipeline globale sugli antibiotici comprende 217 progetti in sviluppo pre-clinico e 80 in sperimentazione clinica. Sono poi 61 i vaccini in sviluppo clinico contro le infezioni batteriche resistenti e 94 in fase pre-clinica. 

“Restano ancora molte sfide. Non è disponibile un Piano Nazionale aggiornato, esistono carenze strutturali in alcuni centri assistenziali dove la diffusione delle infezioni è particolarmente preoccupante e la vaccinazione non è ancora riconosciuta come un’importante arma di contrasto. Proprio per questo – conclude Cattani – Farmindustria ha promosso una task force composta da 30 esperti che ha elaborato un documento con 14 raccomandazioni. Nel documento si analizzano gli strumenti per combattere e vincere, in prospettiva, la lotta contro la resistenza agli antibiotici: dalle vaccinazioni per la prevenzione delle infezioni resistenti, all’accesso e all’uso appropriato degli antibiotici”.

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