Superbug e resistenza agli antibiotici, il primato dell’Italia

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Un primato, quello della resistenza agli antibiotici, che non si riesce a intaccare. Ogni anno in Italia muoiono 15mila persone per infezioni che non si riescono a curare a causa della resistenza dei superbug ai farmaci. Erano 11mila nel 2015.

Nel nostro Paese l’impatto della resistenza agli antibiotici “è enorme. Si tratta di una delle priorità di salute pubblica nazionale, anzi globale”, per il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini, che ne ha parlato in occasione dell’avvio della Settimana mondiale per l’uso consapevole degli antibiotici, dal 18 al 24 novembre.

Tra il 2016 e il 2020 Grecia, Italia e Romania sono stati i Paesi europei con più decessi attribuibili a batteri resistenti agli antibiotici, secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Nei quattro anni considerati, in Grecia i morti da infezioni resistenti sono stati 20 ogni 100mila abitanti, 19 su 100.000 in Italia e 13 su 100.000 in Romania. In generale, indica l’Ecdc, la resistenza agli antibiotici fa 35mila morti ogni anno in Europa (Ue e spazio economico europeo). E i numeri sono in aumento.

Anche il carico complessivo di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici è stimato più alto in Grecia, Italia e Romania. Inoltre, secondo un altro indicatore che misura la gravità delle malattie – il Daily, cioè l’attesa di vita corretta per disabilità’ – gli anni persi a causa dei batteri antibiotico-resistenti sono di più in Grecia, Italia e Romania. Quanto ai superbug più insidiosi, il maggior numero di malattie è stato causato da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione, seguito da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina e Klebsiella pneumoniae resistente alle cefalosporine di terza generazione.

Il Rapporto annuale dell’Ecdc, “a fronte nel decennio scorso di un una riduzione di circa il 20% dell’uso degli antibiotici, segnala che la sezione delle resistenze si è aggravata, è peggiorata, e l’Italia è purtroppo” in testa alla classifica, ha ricordato Magrini.

Siamo di fronte a un fenomeno “che va trattato come una delle priorità di salute pubblica mondiali, anzi globali”. Anche attraverso iniziative di sensibilizzazione come quella che prevede l’illuminazione dell’edificio Aifa a via del Tritone per ‘accendere la luce’ sulla resistenza agli antibiotici.

“Domani pubblichiamo le prime due di sette raccomandazioni su come usare gli antibiotici nella terapia mirata delle infezioni – ha annunciato Magrini – E’ l’esito di un gruppo di lavoro di quasi un anno e, cosa abbastanza nuova, vengono suggeriti quali antibiotici preferire a seconda dei germi sensibili per ridurre il fenomeno della resistenza indotta dagli antibiotici stessi: da qualche anno si sa che non tutti gli antibiotici hanno la stessa propensilità a creare resistenza”. Si tratta di farmaci preziosi, che vanno utilizzati in modo mirato.

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