Goldman Sachs: la Cina sarà costretta a rinunciare alla politica zero-Covid

Goldman Sachs
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Secondo Goldman Sachs l’aumento dei casi Covid in Cina e l’espandersi delle misure di lockdown, che hanno provocato proteste nel fine settimana, evidenziano il rischio di un’uscita non pianificata e caotica dalle severe politiche zero-Covid del Paese.

L’incendio in un appartamento della città cinese di Ürümqi ha scatenato proteste a livello nazionale contro i controlli anti-Covid, con video e testimonianze di manifestazioni in città come Pechino, Shanghai, Wuhan e Chengdu.

In una nota pubblicata domenica, Hui Shan, capo economista di Goldman per la Cina, ha dichiarato che le previsioni della banca d’investimento sulla riapertura ora “includono alcune possibilità di un’uscita forzata e disordinata” dalla politica zero-Covid della Cina.

Goldman stima al 30% la possibilità che la Cina riapra prima del secondo trimestre del 2023, la stessa che aveva previsto all’inizio del mese. L’11 novembre, il colosso asiatico aveva annunciato misure che hanno leggermente alleggerito alcune restrizioni, tra cui la riduzione della durata combinata della quarantena in albergo e in casa da dieci a otto giorni per chi arriva. Questo ha suscitato negli analisti la speranza che Pechino fosse pronta ad avviare una riduzione, da tempo auspicata, delle misure Covid, tra cui le dure quarantene, le chiusure e i test di massa.

Ma il crescente malcontento dell’opinione pubblica nei confronti delle misure Covid, unito al numero record di casi, potrebbe invece portare all’incertezza e a messaggi contrastanti sull’approccio del governo. “Il governo centrale potrebbe presto dover scegliere tra ulteriori misure di lockdown e altri focolai di Covid”, ha scritto Hui domenica scorsa.

Un’uscita ‘forzata’ dalla politica zero-Covid potrebbe significare che i funzionari cinesi rivedano i controlli contro Covid-19 prima che il Paese sia pronto a gestire l’inevitabile aumento dei casi.

L’aumento dei casi trascinerebbe giù l’economia, poiché i focolai interrompono la produzione e il commercio, mettono a dura prova i servizi sanitari pubblici e incoraggiano le persone a rimanere a casa, oltre a causare picchi di malattie gravi e decessi.

Goldman Sachs prevede che queste perturbazioni potrebbero comportare un ‘rischio di ribasso’ per le proiezioni del Pil cinese nel quarto trimestre. In precedenza, la banca di investimenti statunitense aveva previsto una crescita del 3% su base annua nel 2022, ben al di sotto del 5,5% previsto da Pechino.

L’Hang Seng Index di Hong Kong ha aperto in ribasso del 3% lunedì mattina, mentre l’Sse Composite Index di Shanghai ha aperto in ribasso dell’1,5%.

Le frustrazioni Covid

Lunedì la Cina ha registrato 40.052 nuovi contagi Covid, stabilendo un nuovo record giornaliero per il quinto giorno consecutivo.

I funzionari governativi si stanno affrettando a imporre misure di controllo anti-Covid, come il distanziamento sociale, i test di massa e i lockdown per controllare i focolai. Gli economisti di Nomura stimano che un’area responsabile di un quinto del Pil cinese sia attualmente sottoposta a una qualche forma di isolamento.

I residenti sotto lockdown hanno protestato contro le misure. La scorsa settimana, i lavoratori di un importante stabilimento Foxconn a Zhengzhou, nota come la ‘città dell’iPhone’, si sono scontrati con il personale di sicurezza a causa dei controlli Covid, per il timore di infezioni e salari non pagati. La Foxconn ha offerto un bonus di 1.400 dollari per consentire ai lavoratori di tornare a casa e ridirre le tensioni.

L’incendio di giovedì sera in un appartamento a Ürümqi, la capitale della regione cinese dello Xinjiang, ha scatenato le proteste Covid più diffuse del fine settimana. Alcuni quartieri di Ürümqi sono stati chiusi dalla fine di agosto. Gli utenti dei social media cinesi hanno dichiarato che i controlli Covid hanno reso più letale l’incendio: sono morte dieci persone. Le proteste per commemorare le vittime si sono presto trasformate in un più ampio rifiuto della politica cinese zero-Covid.

L’articolo originale è su Fortune.com

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