Ormai qualcuno li aveva dati per dispersi. Invece il primo drappello di camici bianchi cubani è giunto in Calabria, proprio nell’ultima settimana dell’anno. “Sono arrivati in Calabria 50 medici cubani! Hanno cercato di fermarci, con polemiche e con intoppi burocratici, ma ce l’abbiamo fatta”, ha annunciato sui social il presidente della Regione Calabria e commissario ad acta per la sanità Roberto Occhiuto, che questa estate aveva annunciato l’accordo con la Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos S.A.
“Come ho detto in più occasioni” questi operatori “non ruberanno alcun posto di lavoro ai medici italiani, ma ci aiuteranno a tenere aperti reparti e ospedali. Il 2 gennaio inizieranno il corso presso l’Università della Calabria e, appena saranno pronti, cominceranno a lavorare negli ospedali calabresi. Continuiamo senza sosta a cercare medici italiani tramite i concorsi, ma adesso il pericolo era di dover chiudere strutture sanitarie per carenza di personale – rivendica Occhiuto – È nostro dovere affrontare l’emergenza con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, per garantire cure e servizi ai cittadini calabresi”.
I primi 50 medici sono arrivati a Cosenza. L’accordo firmato da Occhiuto, che nei mesi scorsi ha suscitato aspre polemiche (perfino sull’entità degli emolumenti destinati agli operatori), consentirà di utilizzare temporaneamente un totale di 497 camici bianchi cubani per almeno sei mesi, ulteriormente prorogabili nelle strutture ospedaliere calabresi, in sofferenza per via della carenza di medici (e infermieri).
In tutto sarebbero 2.407 le unità mediche di cui le strutture pubbliche calabresi hanno bisogno. Il primo ‘drappello’ di professionisti cubani sarà distribuito tra gli ospedali di Locri, Polistena, Gioia Tauro e Melito Porto Salvo.
La sanità cubana – esclusivamente pubblica – è rinomata nel mondo, e la missione condotta in pandemia è stata un successo, tanto che dalle città del Nord questi camici bianchi erano stati candidati al Nobel per la pace. Chissà come reagiranno ora i cittadini calabresi.
