Dispositivi medici, gli imprenditori in piazza contro il payback

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Non è la prima volta, ma quasi: imprenditori e figure apicali delle imprese italiane dei dispositivi medici sono scesi in piazza a Roma per protestare contro il payback. 

Una protesta inconsueta per il settore, che ha portato in Piazza Santi Apostoli un migliaio di persone, fra manager e rappresentanti delle aziende del settore, nel giorno in cui dal Cdm di oggi pomeriggio dovrebbe arrivare la proroga per una misura che non fa dormire la notte le aziende dei dispositivi medici. In caso contrario le aziende sono chiamate a ‘restituire’ circa 2,2 miliardi di euro entro gennaio.

Payback e caro materie prime: la tempesta perfetta del biomedicale

“Il payback – ha ricordato il presidente di Confindustria Dispositivi medici, Massimiliano Boggetti, in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – mette a rischio oltre 112mila posti di lavoro, perché chiedere alle imprese 2,2 miliardi di euro entro gennaio significa farle chiudere, con conseguenze drammatiche per l’occupazione, i territori e la qualità della salute del Paese”.

Oltretutto il fallimento delle imprese generebbe un’interruzione delle forniture agli ospedali, e dei servizi per i cittadini.

Massimiliano Boggetti in piazza a Roma

Un effetto devastante per un comparto che complessivamente alimenta un mercato da  10,8 miliardi di euro (incluso l’export) e conta 4.546 aziende, che occupano 112.534 dipendenti. 

L’annuncio della prossima proroga è accolto positivamente da Boggetti, anche se questa chiaramente per Confindustria dispositivi medici non è la soluzione.

Secondo le imprese “bene la proroga, ma il payback – dicono a Fortune Italia – va abolito”. “Governo e regioni devono prendersi la responsabilitò politica del sottofinanziamento della sanità”, è il ragionamento del presidente di Confidustria Dispositivi medici.

“Il payback è una norma ingiusta anche” per i cittadini, ha sottolineato Boggetti nella sua lettera al premier. “Chi potrà permetterselo continuerà a curarsi privatamente a spese proprie, chi non potrà subirà in prima persona i danni derivanti da questa legge nemica della Sanità pubblica. Il payback non è uno strumento di controllo della spesa, è uno strumento nemico del Ssn”.

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