stagno virus
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Nell’inverno dei virus, una ricerca statunitense ha suscitato la speranza di combattere questi patogeni con armi non convenzionali. La possibile soluzione si cela nei piccoli stagni: si tratta di un microrganismo che vive nelle acque dolci e si nutre solo di virus. Sembra, davvero, l’uovo di Colombo. L’Halteria, questo il nome del ‘mangiatore di virus’, potrebbe infatti diventare un prezioso alleato non solo contro Covid-19 e altre minacce per la salute umana, ma anche per quella del pianeta. 

“E’ uno studio molto interessante, con al centro dei microrganismi che sembra abbiano una dieta a base di virus. Ciò rende gli Halteria preziosi nella lotta contro questi microrganismi – dice a Fortune Italia Massimo Ciccozzi, ordinario di Epidemiologia molecolare responsabile dell’unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma – C’è infatti una continua battaglia tra predatori e prede, e questa scoperta cambia un po’ le carte in tavola: i virus, ritenuti i primi predatori della storia, sono anche prede”.  

Fame di virus

Un solo organismo unicellulare potrebbe ‘divorare’ in un giorno solo milioni di particelle virali. Secondo il lavoro di John DeLong dell’Università del Nebraska-Lincoln, infatti, i virus non sono solo una fonte di infezione, ma anche (per qualcuno) di nutrimento.

Ma che cosa hanno scoperto gli  autori dello studio pubblicato su Pnas? Gli Halteria sono comuni microrganismi planctonici che abitano nelle acque dolci e sono caratterizzati da lunghe ciglia che consentono loro di spostarsi. Dopo tre anni di studi, gli scienziati sono arrivati a una conclusione inaspettata: gli Halteria potrebbero bilanciare la presenza di virus nell’ambiente. E influire sul ciclo del carbonio.

La ricerca

In presenza di clorovirus, virus giganti che infettano soprattutto microscopiche alghe verdi, le popolazioni di Halteria crescono, mentre quelle di clorovirus mostrano una rapidissima diminuzione. Un po’ come nel celebre videogioco Pac-Man, gli Halteria possono mangiare un numero enorme di clorovirus infettivi che condividono il loro habitat acquatico.

Non solo: gli esperimenti di laboratorio del team hanno anche dimostrato che una dieta a base di soli virus è sufficiente per alimentare la crescita fisiologica e persino quella della popolazione di questi microrganismi ‘virovori’.

E qui viene il bello. I clorovirus infettano microscopiche alghe verdi facendole esplodere come palloncini e versando nelle acque carbonio e altri elementi che sostengono la vita. Quel carbonio, che poteva andare ai predatori delle minuscole creature, viene invece aspirato da altri microrganismi: un programma di riciclaggio in miniatura a ciclo – apparentemente – continuo.

Effetto sul carbonio

Un sistema per “mantenere basso il carbonio in questa sorta di zuppa microbica, impedendo ai consumatori di prendere energia lungo la catena alimentare”, ha detto DeLong, professore associato di scienze biologiche all’Università del Nebraska.

Ma se i ciliati mangiano i virus, questo potrebbe controbilanciare il ri-ciclo del carbonio. Secondo DeLong i virovori starebbero favorendo la fuga del carbonio da questa sorta di trappola nella catena alimentare, garantendogli una mobilità verso l’alto che i virus altrimenti impediscono.

“Se moltiplichi una stima approssimativa di quanti virus, quanti ciliati e quanta acqua c’è, si ottiene questa enorme quantità di energia in movimento (sulla catena alimentare)”, ha detto DeLong, secondo cui i ciliati di un piccolo stagno potrebbero mangiare 10 trilioni di virus al giorno. “Se questo sta accadendo, dovrebbe cambiare completamente la nostra visione del ciclo globale del carbonio”, ha aggiunto lo scienziato.

Impatto sulla salute umana

“Conosciamo l’esistenza dei fagi che uccidono i batteri – ricorda Ciccozzi – Un batteriòfago o fago è un virus che infetta esclusivamente i batteri e sfrutta il loro apparato biosintetico per la replicazione virale. L’infezione virale del batterio ne causa la morte. In natura colpiscono le battaglie tra virus e batteri, e l’uomo è il loro ospite naturale. Ecco perchè dico che quella dei” mangiatori di virus “è una scoperta interessante”.

“Occorrerebbe capire se il comportamento di Halteria si conferma sulle cellule umane, e scoprire su quali virus funziona, prima di studiare terapie ad hoc per combattere i patogeni che minacciano l’uomo: pensiamo all’Hiv, all’epatite C o B, o ancora a Ebola. Sarebbe una grande scoperta”, conclude lo scienziato.

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