Numero chiuso a Medicina, ci risiamo. La grave carenza degli operatori sanitari aveva riportato in auge nel 2022 la questione delle limitazione per l’accesso alla Facoltà di Medicina e chirurgia (un tema che si ripropone ogni anno in occasione dei test).
Adesso però il numero chiuso torna sul tavolo, dopo la notizia della commissione appena istituita dal ministro dell’Università Annamaria Bernini, al lavoro per studiare la modifica dell’accesso programmato alla facoltà di Medicina.
La commissione dovrà fornire proposte al ministro entro la primavera. Ma cosa ne pensano i medici? Il sindacato Anaao Assomed non è contrario a una revisione dei contenuti del test accesso a Medicina, ma ritiene prioritario risolvere i problemi legati alla programmazione.
“La carenza dei medici non si risolve eliminando il numero chiuso a Medicina perché – ha sottolineato il segretario nazionale Pierino Di Silverio – nel nostro Paese non mancano medici, bensì medici specialisti”.
Questione di numeri
“In prospettiva il vero problema non saranno i numeri dei medici neolaureati (ne avremo circa 150.000 nei prossimi 10 anni), ma quelli dei medici specialisti mancanti (15.000 ad oggi), in particolare alcune tipologie di specializzazioni come la medicina d’urgenza. Soprattutto – insiste Di Silverio – manca attrattività per il lavoro ospedaliero, al punto che il 18% dei posti nelle scuole di specializzazione non è coperto”.
Temi sui quali il sindacato si dice pronto al confronto. “Il gruppo di lavoro istituito dal ministro Bernini per definire il fabbisogno dei medici e adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario non può non prevedere anche la presenza dei principali attori del sistema tra cui i sindacati di categoria. Abbiamo chiesto un incontro al ministro – ha detto Di Silverio – per illustrare le nostre proposte”.
