Fumo, i costi per salute e ambiente

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Non solo costi sociali e sanitari pari, in Italia, a circa 26 miliardi di euro l’anno: il fumo ha un pesante impatto anche sull’ambiente. “E’ stato stimato che le emissioni del fumo di sigaretta nel mondo inquinano quanto tre milioni di voli transatlantici“.

A dirlo a Fortune Italia è Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che promuove a pieni voti l’intenzione del ministro della Salute, Orazio Schillaci, di estendere il divieto di fumo in luoghi all’aperto e imporre una stretta su sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato.

Il peso del fumo sull’ambiente

“Le sigarette, oltre a tutte le sostanze cancerogene, ‘emettono’ a ogni boccata CO2, metano e biossido di azoto. Poi c’è il danno provocato dai mozziconi: uno studio della Horticultural society britannica ha evidenziato come i resti di sigarette gettati nei giardini riducano notevolmente la crescita dell’erba, proprio per via delle sostanze che liberano. Tutte le sostanze nocive che abbiamo fumato si trovano nei mozziconi, che si disperdono nell’ambiente”, ricorda Miani. Consideriamo anche che una sigaretta abbandonata richiede 6-12 mesi per degradarsi.

L’impatto sulla salute

Può sembrare banale ricordarlo, ma il fumo provoca in modo diretto “più decessi di alcol, droga, incidenti stradali, Aids, omicidi e suicidi messi insieme. In Italia i decessi legati al fumo sono oltre 93.000 ogni anno, il 20,6% del totale di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% del totale di tutte le morti tra le donne. Il costo sociale e sanitario per la collettività determinato dal fumo è pari in Italia a oltre 26 miliardi di euro ogni anno”, aggiunge il presidente Sima.

Che non assolve nemmeno le e-cig. “Le sigarette a tabacco riscaldato rappresentano la porta di ingresso che introduce i giovani al fumo, con costi sociali e sanitari enormi perché chi inizia a fumare in giovane età sarà con ogni probabilità un fumatore a vita – afferma  Miani – Gli ultimi numeri ufficiali registrano in Italia una abnorme crescita nel numero di fumatori di sigarette a tabacco riscaldato, che passa dall’1,1% della popolazione del 2019 al 3,3% del 2022 (circa 1.700.000 persone), con un aumento del +200% in appena due anni”.

I numeri

Il trend di abitudine al fumo, giunto a plateau nell’ultimo periodo, “ha subito nel 2022 un incremento del 2% rispetto alla rilevazione pre-pandemica”, sottolineano gli esperti della Siti ( Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica). Oggi quasi un italiano su quattro è fumatore, parliamo di 12,4 milioni di persone, secondo i dati del “Rapporto sul fumo in Italia”. I prodotti da tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, considerati meno pericolosi dal 36,6% dei fumatori,.

Ebbene, dopo l’annuncio del ministro Schillaci la Siti si propone “come interlocutore per l’attuazione di strategie di contrasto all’abitudine al fumo, che prevedano anche l’attuazione di interventi di natura informativa e formativa verso la popolazione”, afferma Roberta Siliquini, neo presidente della società scientifica. “Auspichiamo, inoltre, che venga ampliata e ottimizzata l’offerta dei servizi per la cessazione del fumo”.

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