Adolescenti e salute, come sono cambiati dopo Covid

adolescenti
Aboca banner articolo

Sembra quasi incredibile ricordare quello che abbiamo vissuto in pandemia, con le città deserte, l’autocertificazione per uscire di casa, i canti dai balconi. Ma se molti adulti sono tornati quasi immemori alla normalità, per i più giovani c’è un prima e un dopo.

Chiusi in casa (spesso a cucinare) con mamma e papà, o a chattare con gli amici, molti giovanissimi un po’ a sopresa nei mesi più duri di Covid-19 hanno riscoperto il piacere di stare in famiglia. Ma la lontanzanza forzata dai coetanei ha pesato, tanto che 2 adolescenti su 5 hanno riscontrato effetti negativi sulla salute mentale.

Anche la vita è cambiata: si è un po’ persa l’abitudine alla prima colazione e all’attività fisica quotidiana, mentre è cresciuto l’uso problematico dei social media. La scuola è poco amata e il sesso sicuro si conferma una chimera.

A fotografare la salute e i comportamenti degli adolescenti italiani dopo la fase più ‘calda’ della pandemia è la VI rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare), coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità insieme alle Università di Torino, Padova e Siena, con il supporto del ministero della Salute, la collaborazione del ministero dell’Istruzione e del Merito e il coinvolgimento di Regioni e Asl.

La ricerca, che viene condotta ogni quattro anni, ha permesso inoltre un confronto con lo stato di salute di un gruppo analogo di adolescenti nel 2017-18 consentendo così una stima degli effetti di Covid su salute e stile di vita.

Come stanno i nostri ragazzi

I giovani hanno una discreta percezione della loro qualità di vita, anche se inferiore rispetto agli anni passati (e maggiore tra i maschi rispetto alle femmine). Nel complesso, gli adolescenti italiani si sentono supportati da amici e compagni di classe, si fidano degli insegnanti ma sono (molto spesso) stressati dagli impegni scolastici.

Un adolescente su due ha dichiarato un impatto positivo della pandemia sui propri rapporti familiari e due su cinque sul rendimento scolastico. Anche se sempre due su cinque confessano come la propria salute mentale e la propria vita in generale abbiano risentito negativamente.

“La sorveglianza degli stili di vita dei nostri ragazzi e ragazze è, oggi, particolarmente preziosa – sottolinea Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss – perché ci aiuta ad intercettare fenomeni nuovi, come il cyberbullismo legato all’uso dei social media, dai quali dipendono in modo significativo la loro salute e la loro qualità di vita”.

A tavola e in palestra

L’abitudine (salutare) alla prima colazione diminuisce al crescere dell’età, specie tra le ragazze, e meno di un adolescente su 10 fa attività fisica tutti i giorni. Quasi tutti si relazionano tra loro attraverso i social media, un fenomeno in crescita; il 17% delle ragazze (20% tra le 15enni, quindi una su cinque) e il 10% dei ragazzi ammettono un uso problematico con conseguenze negative sul loro benessere fisico e psicologico.

Sul fronte dei comportamenti a rischio, l’assunzione di alcol è in aumento tra le ragazze (una su cinque tra le 15enni si è ubriacata almeno due volte nella vita), come il fumo di sigaretta (29% contro 20% dei ragazzi di 15 anni). Mentre la propensione al gioco d’azzardo, che invece è un fenomeno prettamente maschile (il 47,2% dei ragazzi e il 21,5% delle ragazze 15enni hanno scommesso o giocato del denaro almeno una volta nella vita). 

Un esercito di adolescenti

L’indagine ha coinvolto un campione di giovani di 11, 13, 15 e, per la prima volta quest’anno, di 17 anni. Per un totale di oltre 89.000 adolescenti, più di 6.000 classi e più di 1800 istituti scolastici. 

L’impatto di Covid

La percentuale di ragazzi che si reputano in buona salute è sensibilmente in calo rispetto al 2017-18. In entrambi i generi, la percezione diminuisce all’aumentare dell’età, risultando più bassa tra le ragazze rispetto ai coetanei maschi sin dagli 11 anni: 91% vs 93% in femmine e maschi undicenni, rispettivamente, fino a 75% contro  89% nei quindicenni. Analogamente, meno della metà delle ragazze di 13 e 15 anni pensa di avere un buon benessere psicologico (43% e 32%, rispettivamente), a fronte del 73% e 64% dei coetanei maschi.

Il 49% dei ragazzi e il 74% delle ragazze riferisce di presentare almeno due dei seguenti sintomi – mal di testa, di stomaco, di schiena, sentirsi giù di morale, irritabilità, nervosismo, giramenti di testa e difficoltà nell’addormentamento – più di una volta a settimana negli ultimi sei mesi, dato in crescita rispetto ai dati pre-Covid. Le ragazze riferiscono più sintomi rispetto ai coetanei con un andamento crescente per età. Complessivamente, il 62% dei ragazzi dichiara di aver fatto ricorso a farmaci per almeno uno di questi sintomi, e tra le ragazze il loro utilizzo cresce all’aumentare dell’età.

Questione di peso

Sulla base di quanto auto-dichiarato, il 18,2% degli adolescenti di 11, 13 e 15 anni è in sovrappeso e il 4,4% obeso; l’eccesso ponderale diminuisce lievemente con l’età, è maggiore nei maschi e nelle Regioni del Sud (nel 2017-18 i dati erano pari a 17% sovrappeso e 3% obeso).

Solo un terzo dei ragazzi consuma frutta almeno una volta al giorno (lontano dalle raccomandazioni),con valori migliori tra le ragazze e nella fascia d’età degli 11enni. Il consumo di verdura almeno una volta al giorno è raggiunto da solo un adolescente su quattro ed è maggiore nelle ragazze.

Le bibite zuccherate o gassate sono consumate più dai maschi in tutte e tre le fasce d’età considerate (le consumano almeno una volta al giorno: il 14,4% degli undicenni; il 14,5% dei tredicenni; il 12,6% dei quindicenni). Il trend, in discesa dal 2010 al 2018, subisce un arresto in quest’ultima rilevazione.

Scuola, bullismo e cyberbullismo

Si è parlato molto della scuola italiana nelle scorse settimane, ebbene: la maggioranza degli adolescenti non la ama. Solo il 13% dei ragazzi, con proporzioni leggermente maggiori per le ragazze e per i più piccoli, dichiara di apprezzarla. Percentuale che scende al 6% tra i 15enni. E’ normale? E perchè c’è tanto disamore per la scuola?

Il report ci dice che all’incirca il 75% dei ragazzi si sente accettato dai propri insegnanti, ma solo la metà si fida molto di loro (55%) e percepisce da parte dei professori un vero interesse nei propri confronti (49%), con un trend in riduzione al crescere delle età. Di contro, circa la metà degli 11enni si sente molto stressato dagli impegni scolastici per crescere al 60% e al 78% rispettivamente nei ragazzi e nelle ragazze di 15 anni.

Quanto al bullismo, riguarda il 15% degli adolescenti e decresce con l’aumentare dell’età, con proporzioni del 19% tra gli undicenni, il 16% nei tredicenni e poco più del 9% tra i 15enni. Proporzioni simili per il cyberbullismo, più frequente nelle ragazze (17% contro 13%) e nelle età più giovani: 19% a 11 anni, 16% a tredici e 10% a 15 anni.

Dialogo difficile in famiglia

Al crescere dell’età diminuisce la facilità con cui i ragazzi si aprono ad entrambi i genitori. Le ragazze 13enni e 15enni, rispetto ai ragazzi coetanei, hanno una maggiore difficoltà a parlare con la figura paterna. In generale la madre rappresenta la figura di riferimento con cui i ragazzi e le ragazze comunicano maggiormente.

Sul fronte dei rapporti in famiglia il 68% dei ragazzi e il 60% delle ragazze percepisce una famiglia capace di sostenerli ed aiutarli nel prendere decisioni, di dare loro un supporto emotivo quando ne hanno bisogno, e di prestare ascolto ai loro problemi. Negli adolescenti 15enni però questa percentuale scende al 52% nelle ragazze ed al 61% nei ragazzi, evidenziando un trend negativo rispetto a prima della pandemia.

Sesso e giovanissimi

In questo caso la rilevazione mostra come il sesso sicuro sia ancora una rarità, tanto a 15 quanto a 17 anni. Se il 20% dei 15enni – 21,6% maschi contro 18,4% femmine – dichiara di aver avuto rapporti sessuali completi, il 66% dice di aver usato il condom come contraccettivo, l’11,9% la pillola e il 56,3% il coito interrotto. Infine il 12,6% dichiara essere ricorso alla contraccezione di emergenza.

Nel caso dei 17enni il 43% dice di aver avuto rapporti sessuali completi (42,5% maschi e 43,6% femmine). Nel 61% dei casi gli intervistati hanno raccontato di aver usato il condom, il 15,9% la pillola e il 57% il coito interrotto. Il 9% è ricorso alla contraccezione di emergenza. Ecco, su questo fronte – pensando a malattie sessualmente trasmesse e gravidanze indesiderate – evidentemente c’è ancora molto da fare.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.