E’ allerta in Guinea Equatoriale per un focolaio del virus di Marburg, una malattia molto virulenta che si manifesta con febbre emorragica. A seguito delle morti sospette di nove persone, nella provincia occidentale di Kie Ntem, le autorità sanitarie locali hanno inviato i campioni al laboratorio dell’Institut Pasteur in Senegal, con il sostegno dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Dei campioni testati, uno è risultato positivo al virus. Sono già nove i decessi e 16 i casi sospetti, con sintomi tra cui febbre, stanchezza, vomito e diarrea macchiata di sangue, fa sapere l’Oms.
Il virus di Marburg è stato individuato per la prima volta nel 1967, a seguito di due epidemie di febbre emorragica riscontrate in Germania, a Marburg, e a Belgrado in Serbia, con 31 infezioni e 7 morti, come ricorda l’Istituto superiore di sanità. Da allora, nel corso degli anni si sono registrati sporadici focolai locali in diversi stati dell’Africa subsahariana o in viaggiatori al rientro da questi Paesi.
Della stessa famiglia del virus Ebola, Marburg ha oggi un rapporto di mortalità dell’88%. Si manifesta bruscamente, con febbre alta, forte mal di testa e grave malessere, porta spesso gravi sintomi emorragici entro sette giorni. Il virus viene trasmesso dai pipistrelli della frutta e si diffonde tra gli esseri umani attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei degli infetti.
In Guinea sono in corso ulteriori indagini e si lavora per isolare e fornire assistenza medica alle persone che presentano sintomi della malattia. Dal canto suo, l’Oms sta impiegando esperti di emergenza sanitaria in epidemiologia e prevenzione delle infezioni, e supporta l’impegno locale nel garantire la collaborazione comunitaria per il controllo dei focolai.
L’Oms ha inoltre disposto la spedizione di tende, guanti da laboratorio per l’analisi dei campioni e dei kit per la febbre emorragica virale, che includono dispositivi di protezione individuale ad uso degli operatori sanitari.
“La malattia di Marburg è altamente infettiva”, ha commentato il dottor Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’Oms per l’Africa, che continua: “Grazie alla rapida azione delle autorità della Guinea Equatoriale nel circoscrivere la malattia, si può affrontare l’emergenza in modo efficace e rapido, salvare vite umane e fermare il virus il prima possibile”.
Il tracciamento dei contatti è necessario, considerando che non ci sono vaccini approvati per contrastare questo virus. Sono solo in fase di valutazione una serie di trattamenti potenziali, tra cui emoderivati, terapie immunitarie e terapie farmacologiche, nonché vaccini in fase 1. Tuttavia la cura di supporto – reidratazione con liquidi orali o endovenosi – e il trattamento di sintomi specifici migliorano le condizioni dei malati, e possono consentire di contrastare la malattia.