Tumori, Covid e l’aumento delle diagnosi: l’analisi di Cinieri (Aiom)

Saverio Cinieri
Aboca banner articolo

Tumori in aumento, non solo in Italia, dopo la pandemia. Ma all’origine di questo preoccupante fenomeno non ci sono – come qualcuno sospetta – i vaccini contro Covid-19. E gli oncologi ne sono certi. A spiegare il perché a Fortune Italia è Saverio Cinieri, presidente Aiom (Associazione italiana di oncologia medica).

Lo stop degli screening e la paura

“Non sono stati i vaccini a determinare l’aumento delle diagnosi – scandisce Cinieri – ma il fatto che c’è stato un anno o due di pausa della diagnostica, all’interno di un trend già previsto in aumento a livello mondiale”. Abbiamo avuto la pandemia, visite ed esami si sono bloccati, dopodichè accedere ai servizi sanitari non è stato semplicissimo, e molti avevano paura del virus. Così, “alla ripresa delle attività dopo le fasi più dure di Covid-19 – ricorda il presidente degli oncologi – ci siamo imbattuti in tanti tumori avanzati. Molte donne con un cancro al seno, spaventate, si erano accorte che qualcosa non andava, ma non facevano i controlli per paura, anche della stessa diagnosi”.

“Non solo, durante la pandemia abbiamo avuto tutti difficoltà di accesso ai servizi, anche al medico di medicina generale. Adesso però la situazione non è più questa, la pandemia è sfumata. Ecco perchè occorre ricordare ai cittadini che è tempo di aderire agli screening“.

Ma quanto si sono ridotte le diagnosi precoci di tumore nei primi anni di pandemia? “Questo dato numerico preciso ancora non è possibile ottenerlo. Sarà possibile averlo nei prossimi mesi. I dati che abbiamo sono la diminuzione della vaccinazione anti-Hpv degli adolescenti (che potrebbe eliminare 4.500 casi l’anno), l’aumento di fumo, alcol e alimentazione scorretta”, risponde Cinieri.

Una tendenza mondiale

L’incremento di casi di cancro nel mondo non è una novità: è schedulato sui dati “dell’Oms ormai da prima della pandemia – precisa l’oncologo – Sappiamo che avremo un aumento sostanziale in tutto il mondo dei tumori dal 2020 al 2040. L’incremento dipende dall’aumentata capacità diagnostica, ma anche dall’aumentata incidenza di cancro in alcune popolazioni per l’abbandono degli stili di vita sani. Un trend intensificato in pandemia”.

L’effetto (vero) dei vaccini Covid

In questo quadro “abbiamo visto tassi di risposte inattese in alcuni pazienti oncologici, probabilmente dovute alla stimolazione del sistema immunitario da parte dei vaccini anti-Covid“, dice Cinieri, confermando le parole dell’oncologo del Pascale Paolo Ascierto. E’ “come se i vaccini avessero stimolato il sistema immunitario” contro il tumore. Insomma, la vaccinazione appare un fattore positivo, “soprattutto nel caso dei tumori con una grossa componente immune, come i melanomi”.

Il crollo delle diagnosi precoci

“In tutto il Pianeta, ogni anno, si stimano 18 milioni di nuovi casi di tumore e sono quasi 10 milioni i decessi – ricorda Cinieri – I dati prodotti da Aiom e comunicati nella Giornata mondiale contro i tumori del 4 febbraio mostrano che in Italia c’è stato un incremento del consumo di alcol, un aumento del fumo una diminuzione dell’attività fisica, un aumento di sovrappeso e obesità nella popolazione italiana. Questo si riverbera in un aumentato rischio di cancro. Ma a ciò dobbiamo aggiungere l’effetto del crollo degli screening nel 2020, che non ci ha permesso di eseguire diagnosi precoci. Lo screening – sottolinea il presidente degli oncologi italiani – non serve a eliminare il rischio di avere il cancro, ma a individuare la malattia quando è ancora trattabile”.

L’impatto delle difficoltà economiche

Nel caso dei tumori, cultura e ricchezza contano (insieme alla residenza, come vedremo in seguito). In uno studio pubblicato recentemente su Lancet, “si mostra che, in Europa, il rischio di morire di cancro aumenta progressivamente al diminuire del livello socioeconomico. Più è basso il livello economico e culturale – puntualizza Cinieri – meno si fa diagnosi precoce e più scarsa è l’adesione a programmi di prevenzione”.

“Le neoplasie che più risentono del gradiente socioeconomico sono quelle di polmone, stomaco e cervice uterina. Più si comprendono i processi biologici, i fattori di rischio e i determinanti della salute che favoriscono i tumori, più efficaci diventano la prevenzione, la diagnosi e il trattamento. Ma occorre tener conto di tutti i determinanti della salute, tra cui istruzione e status socioeconomico, per non lasciare indietro nessuno”.

“Secondo i nostri dati in Italia gli stili di vita scorretti sono più frequenti fra i cittadini che affrontano difficoltà finanziarie: il 37% fuma, il 45% è sedentario e il 17% obeso”, precisa l’oncologo. Nel 2022, in Italia, sono state stimate 390.700 nuove diagnosi di cancro. “Il 40% dei casi può essere evitato agendo su fattori di rischio modificabili. Il fumo è il principale fattore di rischio, associato all’insorgenza di circa un tumore su tre e a ben 17 tipi di neoplasia, oltre a quella del polmone. Le differenze sociali nel fumo, che vedono più esposte le persone con minori risorse economiche o basso livello di istruzione, nel nostro Paese si mantengono nel tempo ampie e significative. L’alcol, di cui si è molto parlato di recente, è un cancerogeno e sappiamo da tempo che esiste una correlazione diretta fra rischio e quantità di assunzione”.

Il sistema è ripartito, ma il Sud resta indietro

A preoccupare gli oncologi è anche la “scarsa aderenza agli screening nelle regioni del Sud. Il tasso di adesione agli screening per tumore della mammella, della cervice uterina e del colon – precisa – nel Sud e nelle isole è intorno al 20% contro il 70% al Nord e il 50% al Centro. Un dato che deve far riflettere: perché il sistema è ripartito, ma i cittadini non rispondono. Aiom sta organizzando una campagna per una sorta di chiamata alle armi per gli screening anti-cancro. Il messaggio ai cittadini è chiaro: quando riceviamo una mail dalla Asl per uno screening – conclude Cinieri – dobbiamo aderire”.  Si tratta di controlli che fanno paura, ma possono salvarci la vita.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.