Dopo oltre due mesi si inverte la curva dei ricoveri Covid in Italia. Gli ultimi dati degli ospedali sentinella aderenti alla rete della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) segnano infatti un +2,4% dei pazienti Covid-19 nell’ultima settimana. Ma che cosa sta accadendo?
“La discesa del numero dei ricoverati con infezione da Sars-Cov-2 questa settimana si interrompe. I numeri tuttavia restano molto bassi e non preoccupano la gestione degli ospedali”, spiega il presidente Fiaso Giovanni Migliore.
Chi arriva negli ospedali
La risalita di quelli che Fiaso chiama i ricoveri ‘per Covid’, ovvero pazienti con insufficienza respiratoria o polmonite, è quantificabile nel +15% di casi in ricovero ordinario. Tuttavia questi pazienti continuano a costituire una minoranza dei casi con infezione da Sars-Cov-2 (38,5%) negli ospedali.
I pazienti arrivati in ospedale per la cura di altre patologie, sono positivi al virus ma non hanno sintomi respiratori e polmonari, sono invece stabili (e rappresentano il 61% dei pazienti Covid). Oltre l’80% ha un’età media di 72 anni e risulta vaccinata da oltre 6 mesi.
Le terapie intensive
La situazione delle terapie intensive è stabile, con 2 nuovi ingressi rispetto alla scorsa settimana. I pazienti hanno una età media di 71 anni e sono tutti affetti da altre patologie o fragilità.
L’analisi dell’esperto
“Siamo in una fase dell’epidemia che va ancora seguita – sottolinea Migliore – per monitorare eventuali cambiamenti, in particolare dobbiamo prestare attenzione all’andamento dei casi ‘Per Covid’. Va valutato se si tratta di un’oscillazione casuale o di altro. La stabilità sostanziale per il resto dei ricoverati dipende dalla suscettibilità ancora marcata delle persone fragili con altre patologie non vaccinate o vaccinate da troppo tempo. Per questo – conclude – non ci stancheremo di rinnovare l’appello alla vaccinazione contro il Covid e la somministrazione del richiamo nei giusti tempi per over 60 e soggetti con fragilità”.