Liliana Ravagnolo, mission operation e training manager di Altec, spiega i segreti del cibo spaziale La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2023.
C’è una bella differenza fra nutrirsi e mangiare. Ne è convinta Samantha Cristoforetti che già nel 2014, in occasione della missione spaziale Futura, aveva detto: “Quello che mangiamo è importante, rappresenta il codice di dialogo con le cellule del nostro corpo”. Il cibo non serve solo a nutrirsi “ma a tracciare il percorso che il nostro corpo compirà nel tempo”.
Cosa e come mangiano, quindi, gli astronauti nello Spazio? Ne abbiamo parlato con Liliana Ravagnolo, mission operation e training manager di Altec – Aerospace logistics technology engineering company, l’azienda italiana che la Nasa ha scelto per la gestione della logistica food delle missioni spaziali. “Si devono rispettare le normative nutrizionali e il bilanciamento fra carboidrati e proteine”, è la risposta della scienziata italiana, che spiega: “Parliamo di standard food, fornito da Nasa e Roscosmos – le agenzie spaziali di Usa e Russia – circa 400 ricette internazionali che gli astronauti assaggiano durante il traning a Terra, e scelgono poi cosa portare a bordo”.
C’è anche spazio per golosità e gusti personali, con il menù ‘bonus food’. “È quello a cui collaboriamo noi”, dice la Ravagnolo. “Rappresenta il 10-20% della fornitura totale” allocato in nove mini ctb (cargo transfer bag), ciascuna delle dimensioni di un laptop. “Il bonus food è quello che gli astronauti condividono, con cui fanno cene a tema”.
Non è Altec a produrre direttamente il cibo, specifica l’esperta. “Le ricette sono a cura di cuochi rappresentativi delle cucine locali. Altec controlla che rispettino i requisiti Nasa. Non utilizzare sale aggiunto, ad esempio, per evitare i problemi di circolazione sanguigna, favoriti dalla micro gravità”.
Altra cosa: il cibo non deve creare briciole, “che potrebbero essere dannose per gli astronauti e per gli equipaggiamenti”. Rispetto ai valori nutrizionali dei bonus food, la Nasa è meno fiscale. Liliana Ravagnolo ricorda che “Luca Parmitano aveva scelto lasagna, tiramisù e caponata. È difficile farle rientrare in un progetto dietetico”.
Fino al 2005 l’utilizzo dello Shuttle spaziale consentiva di spedire anche frutta e verdura fresca, poteva essere caricato fino a 24 ore prima della partenza. Ora per la logistica del cibo ci si serve di particolari cargo, caricati anche tre mesi prima del count-down. Il cibo deve avere una scadenza di 24 mesi, deve potersi conservare a temperatura ambiente e preservare i requisiti nutrizionali.
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