Formazione integrale per i professionisti di domani

Parlare di competenze nella formazione universitaria significa anche formare figure in grado di cogliere, nella complessità, i bisogni reali delle persone. La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2023

Un grande risultato nasce sempre da una visione e dal desiderio di trasformare il sogno in realtà. Ce lo insegnano le storie delle Big Tech nate nei garage della California alla fine degli anni ’70, ma anche quelle delle più recenti startup. In ogni campo dell’attività umana il successo è il frutto della somma di motivazioni personali e preparazione, di un equilibrio tra tensione ideale e atteggiamento pragmatico. Nella nostra università diamo peso a questo delicato equilibrio e lavoriamo per formare studenti preparati, ma soprattutto persone consapevoli. Lo facciamo costruendo accanto al percorso di studi una serie di iniziative per la formazione integrale della persona.

Nello scenario attuale, in un pianeta interconnesso che vuole espandere il benessere, dove le nuove sfide globali esigono l’apporto delle migliori capacità per sfruttare le tecnologie emergenti e dare risposte in ottica sostenibile alle problematiche, parlare di competenze nella formazione universitaria significa anche formare professionisti in grado di cogliere, nella complessità, i bisogni reali delle persone e mettersi al servizio di essi.

Se gettiamo lo sguardo sul momento di emergenza economica, con la crisi sanitaria seguita alla pandemia degli ultimi due anni e la necessità di continuare a garantire l’universalità del Ssn, far emergere la spinta ideale che salda la persona al proprio percorso formativo e al suo ruolo nel mondo del lavoro si fa esigenza più urgente che mai per costruire professionisti all’altezza delle sfide attuali.

L’università italiana si è sempre contraddistinta per la capacità di fornire un modello di formazione dalle solide basi teoriche, incentrato sulla capacità di insegnare allo studente il metodo di studio e l’approccio efficace al ragionamento critico. Caratteristiche che il mondo ci invidia e che trovano nel gran numero di ricercatori di successo all’estero la prova del buon lavoro svolto dai nostri atenei, sul fronte della didattica e della ricerca. Ma oggi nel nostro Paese stiamo assistendo a un fenomeno nuovo: mentre cresce vistosamente l’offerta formativa, con 188 nuovi corsi di laurea al via nel solo anno accademico 2022-23, calano le iscrizioni totali alle università. E se nelle materie Stem e in facoltà come quella di Medicina e Chirurgia i dati sulle immatricolazioni sono ancora in controtendenza, anche qui si notano segnali d’allarme. Il Ssn ha fame di medici, ma sono sempre meno i laureati disposti a specializzarsi in settori come la medicina d’urgenza, a fare i turni nei pronto soccorso o a lavorare nella medicina generale: ruoli che troppo spesso vengono visti come faticosi o scarsamente retribuiti, rischiosi o che lasciano poco tempo alla vita personale.

Per trovare risposte concrete a esigenze come queste, l’università è chiamata a strutturare, accanto a curricoli scientifici innovativi e di alto livello, veri e propri percorsi di formazione integrale capaci di far emergere le ‘vocazioni’ di ciascuno studente. A tutti loro, e ancor di più a chi ha scelto percorsi di studio particolarmente lunghi, vanno forniti strumenti adeguati per comprendere la complessità del presente e il valore sociale delle professioni per le quali si stanno formando, oltre il mero sapere tecnico-scientifico.

Nella nostra università, che vedrà cadere quest’anno il suo trentennale, fare formazione integrale significa mettere lo studente al centro del progetto formativo e offrirgli ambienti di studio nei quali il confronto e la contaminazione tra saperi e culture sono quotidiani, grazie allo scambio continuo di esperienze, alla possibilità di conoscere da vicino la ricerca scientifica, la vita dell’ospedale, le problematiche cliniche e umane dei pazienti; dove è possibile studiare ed esercitarsi in strutture didattiche all’avanguardia come il Simulation center che aprirà nei prossimi mesi all’interno del nuovo edificio didattico.

Abbiamo scelto di dare ai nostri studenti la possibilità di seguire corsi su temi non strettamente curriculari, come ad esempio etica e bioetica, che completano la loro formazione anche a livello umanistico. Possono esplorare in prima persona le dimensioni ‘nascoste’ della loro futura professione: dal volontariato universitario, nelle nostre strutture di assistenza o sul territorio, alle esperienze in alcuni villaggi della Tanzania. Lavoriamo per aiutarli a strutturare una mentalità aperta, attenta alla complessità, sensibile alle esigenze della persona promuovendo la formazione di professionisti che posseggano competenze indispensabili per essere al passo con i tempi affinchè diventino professionisti capaci di rivolgersi empaticamente a chi incontreranno lungo il loro percorso lavorativo.

Una mentalità aperta si forma anche stimolando la dimensione internazionale del percorso di studi. Anno dopo anno le esperienze all’estero, il rapporto con studenti provenienti da paesi stranieri e quello con i visiting professor contaminano la vita dell’ateneo per contribuire allo scambio delle idee e al confronto tra le culture. E grazie a progetti specifici e al sostegno di partner attenti a questi temi la nostra università sta favorendo il rientro di docenti italiani dall’estero: giovani affermati nella comunità scientifica internazionale e docenti esperti di ritorno da una lunga carriera in università straniere, tutti pronti a condividere i loro percorsi.

Ne emerge così un quadro in cui la formazione tecnico-scientifica risulta essere solo una delle componenti del progetto formativo individuale, nel quale la formazione integrale assume una rilevanza fondamentale alla luce della complessità. Maggiore consapevolezza, quindi, per una maggiore motivazione, per lanciare nel mondo del lavoro professionisti con una marcia in più. Da qui l’università può ripartire per comprendere dove è rimasta indietro (in primo luogo un’adeguata dotazione di fondi per la ricerca) e mettersi in cammino per porsi al livello degli atenei più all’avanguardia, accrescere la sua internazionalità e riuscire ad attrarre le migliori intelligenze, per porsi davvero a servizio della crescita degli studenti e, quindi, dell’intero Paese.

*Presidente dell’Università e della Fondazione Policlinico Campus Bio-Medico

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2023. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.