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Obesità, Italia sulla bilancia ed esercizio fisico in ricetta

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Le hanno chiamate ‘malattie del benessere’. Resta il fatto che il nostro  pianeta è destinato a diventare sempre più pesante. Secondo i dati internazionali attualmente nel mondo un miliardo di persone convivono con l’obesità: praticamente una su sette. Ma nel 2035 saranno quasi 2 miliardi. Un’epidemia che non risparmia l’Italia, favorita da cattiva alimentazione e uno stile di vita ‘moderno’, fatto di ritmi frenetici ma anche di pochissima attività fisica.

“Praticare regolarmente attività fisica è l’ulteriore leva su cui possiamo agire per contrastare la sedentarietà, altro fattore che incide sul rischio obesità”, ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, alla presentazione delle iniziative per la Giornata mondiale dell’obesità del 4 marzo.

“Stiamo lavorando – ha annunciato Schillaci – alla definizione di un Programma nazionale di promozione dell’attività fisica che comprende anche la definizione delle modalità di prescrizione dell’esercizio fisico e di erogazione sul territorio nazionale, tenendo anche conto delle previsioni di definizione e aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza che include la promozione dell’attività fisica quale ‘prestazione’ esigibile”. La sanità di domani, secondo il ministro, non potrà più limitarsi a curare la malattia. Ma dovrà essere “capace di promuovere in maniera proattiva la salute delle popolazioni come valore e risorsa di vita quotidiana”.

Cambiare le prospettive

“Cambiare le prospettive: parliamo di obesità” è il messaggio della Giornata mondiale promossa da Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete, World Obesity Federation, Sio – Società Italiana dell’Obesità, Io Net – Italian Obesity Network, Open Italy, Obesity Policy Engagment Network, Amici Obesi, e l’appoggio di numerose società scientifiche.

I numeri in Italia

L’obesità è un’emergenza che riguarda, come il mondo, anche il nostro Paese. In Italia abbiamo 6 milioni di italiani con obesità, circa il 12% della popolazione adulta (4° Italian Barometer Obesity Report). Ma l’eccesso di peso è ancor più diffuso: accomuna oltre il 46% degli adulti e il 26,3% tra bambini e adolescenti.

A livello territoriale emergono significative differenze, con punte del 31,9% al Sud e del 26,1% nelle Isole di bambini e adolescenti in eccesso di peso. L’obesità è, insomma, una sfida irrisolta di salute pubblica che troppo spesso viene sottovalutata e ignorata da adulti e genitori.

Una lettera aperta, siglata dai presidenti dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete, nonché dagli esponenti della comunità scientifica e dei pazienti, chiede alle Istituzioni in occasione del #WorldObesityDay2023  di dare priorità agli investimenti per la lotta all’obesità, perché investire nella cura dell’obesità e nella prevenzione è una questione prioritaria che richiede l’azione e l’impegno di tutti.

L’impatto dell’obesità

Secondo le stime attuali (dato del 2020) riferite ai 161 paesi presenti in “The Economic Impact of Overweight & Obesity in 2020 and 2060” nel 2035 saranno 4 miliardi le persone in tutto il mondo con sovrappeso oppure obesità, quella infantile aumenterà di oltre il 100%, mentre fra gli adulti ci sarà un aumento di oltre il 60%.

L’impatto economico del sovrappeso e dell’obesità è stato stimato al 2,4% del Pil nel 2020. Ma salirà al 2,9% nel 2035 per un valore di 4,32 trilioni di dollari.

La Giornata mondiale

Il tema della Giornata mondiale è “Changing Perspectives: Let’s Talk About Obesity”:  l’obiettivo dei promotori è aiutare le persone a comprendere la portata e l’impatto dell’obesità in tutto il mondo. Aiutare le persone a riconoscere le molte radici e dimensioni dell’obesità e ispirarle a intraprendere azioni efficaci per una salute migliore, influenzare e mobilitare le iniziative politiche; capovolgere le idee sbagliate, per passare dalle parole ai fatti.

Esercizio fisico come terapia

Due disegni di legge presentati da parte dei presidenti dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete hanno voluto dare risposte concrete nella lotta e contrasto al sovrappeso e obesità. Si tratta dell’Atto della Camera dei Deputati n.741 della XIX Legislatura del 28 dicembre 2022 su “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità” e dell’Atto del Senato n.135 della XIX Legislatura del 13 Ottobre 2022 di iniziativa su “Disposizioni recanti interventi finalizzati all’introduzione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Servizio sanitario nazionale”.

Ma ora occorre fare di più. “La Giornata Mondiale dell’Obesità rappresenta un momento importante per prendere atto di un’emergenza globale, che interessa anche il nostro Paese, e per attivare percorsi concreti per contrastarla e prevenirla”, dichiara Roberto Pella, presidente dell’Intergruppo Parlamentare “Obesità e Diabete”. “Appare miope non riconoscere ancora pienamente l’obesità come una vera e propria malattia e non affrontarla come una priorità nazionale”.

Sottolinea la “necessità di programmare interventi mirati in termini di prevenzione e cura” Daniela Sbrollini, presidente Intergruppo parlamentare Obesità e Diabete e vicepresidente della X Commissione del Senato.

“Se non affrontiamo l’obesità, la spesa medica per il trattamento delle malattie che ne derivano finirà per condizionare le generazioni future con importanti conseguenze negative sul sistema sanitario e sulla nostra società tutta”, aggiunge Andrea Lenzi, presidente Open Italy e Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della presidenza del Consiglio dei ministri.

“La prevenzione e gli interventi mirati su alimentazione e sport sono importanti nella più ampia lotta all’obesità, ma oltre a questo è altrettanto necessario un approccio multidisciplinare per garantire un sostegno completo ed efficace – afferma Giuseppe Fatati, Presidente Italian Obesity Network – È importante combattere lo stigma sociale per far sì che sia considerata da parte dei governi, dei sistemi sanitari e delle stesse persone con obesità, come già fatto dalla comunità scientifica, una malattia cronica che richiede una gestione di lungo termine, e non una responsabilità del singolo. Questo potrebbe contribuire in modo decisivo a ridurre la disapprovazione sociale e gli episodi di discriminazione verso chi ne è affetto, oltre a incidere sulle cure e sui trattamenti per l’obesità”.

“La più grande iniziativa negli ultimi due anni da parte dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete è stata la richiesta per l’ottenimento del pieno riconoscimento dell’obesità come malattia. Occorre che questa proposta approvata all’unanimità – conclude Iris Zani, Presidente Amici Obesi – abbia un seguito in tempi brevissimi e che la malattia venga inclusa nei Lea per fare in modo che migliaia di persone in grosse difficoltà possano ricevere le cure adeguate e poter affrontare un adeguato percorso di cura”.

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