Colesterolo, perchè pochi italiani lo tengono sotto controllo

Daiichi
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Quello fra italiani e colesterolo alto è un rapporto complesso, peggiorato durante la pandemia. E la prima vittima è la salute cardiovascolare. Questo nonostante la ricerca abbia messo a punto un ricco armamentario terapeutico per controllare i valori del colesterolo ‘cattivo’.

Infatti più dell’80% dei pazienti non raggiunge il target di Ldl ottimale per il proprio rischio, nonostante la terapia con statine e altri medicinali mirati (se vi state chiedendo quale sia il vostro target, lo preciseremo in seguito). Come mai? I pazienti iniziano le cure, ma poi le interrompono per via degli effetti collaterali, oppure non le seguono correttamente. Questo perchè, nonostante da anni si parli di colesterolo e siano stati messi a punto numerosi farmaci per ‘imbrigliarlo’, il suo impatto sulla salute viene ancora ampiamente sottovalutato. E, naturalmente, anche la pandemia ha avuto il suo ‘peso’.

Se ne è parlato a Roma, in occasione della presentazione di una nuova terapia orale first in class per l’ipercolesterolemia, rimborsata dall’Agenzia italiana del farmaco e sviluppata da Daiichi-Sankyo.

Effetto Covid sul cuore

“Covid-19 ha avuto un doppio impatto sulla salute cardiovascolare – ha detto Fulvio Colivicchi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco) rispondendo ai giornalisti – Nella fase acuta la mortalità per scompenso è aumentata di tre volte in Italia e quella per infarto di due volte. Questo perché i pazienti arrivavano tardi in ospedale e in condizioni più gravi”.

“Dopodichè – ha aggiunto l’esperto – abbiamo dovuto fare i conti con centinaia di migliaia di controlli saltati, e questo ha provocato un aumento dell’incidenza dell’infarto stesso. In pandemia, inoltre, si è ridotto del 20% il consumo di farmaci per diabete, ipertensione e ipercolesterolemie: le persone non sono andate ad acquistarli. Ecco, possiamo prevedere che in futuro faremo i conti con problemi più numerosi e più gravi. Cui si aggiungeranno le complicanze lasciate da Covid-19 sul cuore”.

Un quadro non tranquillizzante. “Ecco perchè è importante dire agli italiani che questo è il momento per fare i controlli, che devono essere continui e regolari”, ha aggiunto Marcello Arca, Past President della Società Italiana per lo studio della Aterosclerosi (Sisa).

Una malattia silenziosa

L’ipercolesterolemia è una “malattia silenziosa”, perché non ha sintomi evidenti, ma contribuisce in modo sostanziale a infarti e ictus, “con un impatto devastante sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie”, ha testimoniato in un video-messaggio Emanuela Folco, presidente della Fondazione Italiana per il Cuore, sottolineando come “troppi pazienti non sono aderenti ai trattamenti prescritti, spesso a causa di effetti collaterali delle terapie, o che non riescono comunque a raggiungere i target ottimali di C-Ldl”.

Gli obiettivi in base al rischio

Secondo le ultime linee guida, l’obiettivo di colesterolo Ldl per i pazienti a rischio molto alto è <55 mg/dL; per i pazienti a rischio elevato è <70 md/dL; per i pazienti a rischio moderato è <100 mg/dL e per i pazienti a basso rischio <116 mg/dL.

Il cuore degli italiani

In Italia le malattie cardiovascolari sono responsabili del 35,8% di tutti i decessi (32.5% negli uomini e 38.8% nelle donne), con oltre 230.000 casi annui. Solo nel 2017 circa 47.000 morti sono stati attribuiti all’ipercolesterolemia.

La novità contro l’Ldl

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato la rimborsabilità di acido bempedoico e dell’associazione a dose fissa di acido bempedoico ed ezetimibe, per il trattamento di pazienti adulti i cui livelli di colesterolo Ldl nel sangue restano troppo elevati nonostante l’assunzione di trattamenti come le statine e altre terapie ipolipemizzanti. In Italia l’acido bempedoico e la sua associazione a dose fissa con ezetimibe sono prescrivibili in regime di rimborsabilità tramite una scheda di prescrizione.

Negli studi clinici, condotti su oltre 4.000 pazienti a rischio alto e molto alto di eventi cardiovascolari, l’acido bempedoico e la sua associazione a dose fissa con ezetimibe hanno costantemente dimostrato riduzioni significative del colesterolo ‘cattivo’, con un buon profilo di tollerabilità. Grazie al suo specifico meccanismo d’azione, l’acido bempedoico non viene attivato nel muscolo scheletrico, riducendo così il rischio di effetti indesiderati come le mialgie.

Perchè il colesterolo fa male al cuore

L’accumulo di lipidi nella parete dei vasi sanguigni è in grado di causare una infiammazione dei vasi stessi, nota come aterosclerosi. Questa determina la formazione di placche, che riducono il flusso di sangue al cuore o al cervello, con conseguenze che possono essere anche fatali.

Il colesterolo Ldl è una causa diretta di infarti e ictus. “Ecco perché le ultime linee guida dell’Esc invitano a ridurre il più possibile il colesterolo cattivo, nelle persone ad alto rischio”, ha spiegato Arca. “La disponibilità in Italia dell’acido bempedoico e dell’associazione fissa con ezetimibe fornirà nuove opzioni terapeutiche per aiutare i pazienti” a controllare i livelli di colesterolo.

Si tratta di “un nuovo efficace strumento nell’armamentario terapeutico soprattutto per i pazienti a più alto rischio cardiovascolare che non hanno raggiunto gli obiettivi terapeutici nonostante le terapie in corso e per i pazienti intolleranti – ha precisato Fulvio Colivicchi – Questo farmaco ha il vantaggio di poter essere associato a qualsiasi terapia ipolipemizzante, di avere un buon profilo di tollerabilità e di essere facilmente accessibile dal momento che potrà essere prescritto sia dagli specialisti, che dai medici di medicina generale”.

Il meccanismo d’azione

L’acido bempedoico è un profarmaco che agisce sul processo di sintesi del colesterolo, inibendo un nuovo target molecolare: l’ATP citrato liasi (ACL), un enzima coinvolto nella produzione di colesterolo nel fegato. Nel caso della ‘combo’, hanno detto gli specialisti, l’acido bempedoico inibisce la produzione di colesterolo nel fegato, mentre l’ezetimibe riduce l’assorbimento del colesterolo alimentare nell’intestino.

“E’ un trattamento unico nel suo genere – ha sottolineato Joanne Jervis, Vice President European Customer Experience Daiichi Sankyo – per rispondere alle esigenze di cura insoddisfatte, soprattutto quelle dei pazienti a più alto rischio cardiovascolare. Ma devo anche dire che ci interessa ogni singolo battito del cuore: voglio dire – ha concluso – che continuiamo a impegnarci anche in campagne e iniziative mirate ad accrescere la consapevolezza dei pazienti e degli specialisti, perché crediamo che, per migliorare la qualità della vita delle persone, temi come l’aderenza terapeutica e la prevenzione primaria e secondaria siano cruciali quanto lo sviluppo di farmaci innovativi”.

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