Smog, alberi e semi: il pasticcio svelato dalla Corte dei Conti

albero

Per fare l’albero, ci vuole il seme. Sembra richiamare la canzone di Sergio Endrigo il pasticcio di alberi e semi messo in luce in questi giorni dalla Corte dei Conti, che rischia di costarci centinaia di milioni di euro dei fondi del Pnrr.

Se la notizia vi è sfuggita, cerchiamo prima di ricostruirla e poi di capire se davvero semi e alberi sono intercambiabili nella lotta allo smog, con l’aiuto dei medici per l’ambiente Sima. 

Le risorse a rischio

Ammontano a 330 milioni di euro, infatti, le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinate alla ‘Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano’. Un investimento legato alla realizzazione dei due obiettivi europei relativi alla piantumazione di 1.650.000 alberi entro il 31 dicembre 2022 e di altri 6.600.000 entro la fine del 2024.

Ce lo ricorda la Corte dei conti nella delibera n. 8/2023/CCC del Collegio del controllo concomitante, in cui la magistratura contabile ha analizzato lo stato di avanzamento del progetto Pnrr legato proprio allo sviluppo delle aree verdi in 14 città metropolitane italiane esposte a problemi ambientali e inquinamento atmosferico, tra cui Milano, Roma, Torino, Genova, Bari e Messina.

Tra piante secche e semi al posto di alberi

Qual è il problema? Le criticità riguardano sia i progetti già finanziati con risorse nazionali e poi confluiti nel Pnrr (i “progetti in essere”), sia quelli nuovi. Nel primo caso  “sono stati riscontrati ritardi nella piantumazione degli alberi, oltre all’inefficacia della loro messa a dimora, con piante rinvenute in alcuni casi già secche”, dice la Corte dei Conti. Nel secondo caso qualcuno ha avuto l’idea di piantare dei semi, al posto degli alberi previsti.

La magistratura contabile ha attivato i Carabinieri: i loro controlli hanno messo in luce il problema. Solo alcune città metropolitane sono andate oltre la fase di progettazione e la quasi totalità dei centri ha piantato in vivaio semplici semi, invece di collocare piante già cresciute nei luoghi prescelti.

Per fare un albero…

Ma piantare semi basterà a contrastare lo smog, e soprattutto: cosa ne penserà l’Europa? I magistrati contabili “dubitando dell’effettiva equivalenza tra coltivazione dei semi e piantumazione di alberi già adulti, hanno invitato il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ad acquisire un pronunciamento certo in materia da parte della Commissione Europea”, e a vigilare sia sulla corretta ed efficace esecuzione dei lavori in ogni città interessata.

Obiettivo, “scongiurare ritardi in grado di pregiudicare il raggiungimento dell’obiettivo legato ai 6.600.000 alberi da piantare entro il 31 dicembre 2024″, come sottolinea la stessa Corte dei Conti. Facendo sfumare i fondi previsti.

Mancano gli alberi

“Il punto è che nei vivai italiani, e anche in quelli europei, non ci sono alberi a sufficienza per coprire le esigenze di riforestazione urbana e per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico”, sottolinea a Fortune Italia il presidente Sima (Società italiana di medicina ambientale) Alessandro Miani. Qualcuno, insomma, non ha fatto bene i conti.

“E’ necessaria di certo una verifica da parte del Mase con l’Europa, per capire quali sono i termini esatti entro cui questa normativa deve essere rispettata. A nostro parere – chiarisce  Miani – piantare semi non può avere assolutamente la stessa efficacia” in termini di lotta allo smog e contrasto del cambiamento climatico “rispetto agli alberi”. Inoltre “i fondi destinati ai semi dovrebbero essere nettamente inferiori”.

La selezione è importante

Non tutto il verde è uguale quando si tratta di combattere lo smog. “Ci sono alberi anche di piccola dimensione che hanno una capacità di crescita e sviluppo estremamente rapida, e sono consigliati per essere piantumati per riforestazione urbana, come ad esempio la Paulownia, e altri che per arrivare a maturazione e captare inquinanti atmosferici hanno bisogno di moltissimi anni”, spiega Miani

C’è anche il tema delle piante “piantumate quando erano già secche. Ecco, vorrei dire che si tratta di una questione seria, che va trattata in modo economicamente sostenibile. Non si può contrastare lo smog solo con la piantumazione di verde urbano, ma è anche necessario affidarsi alla scienza per individuare le specie di piante più adatte per le diverse città italiane”, anche in base alle caratteristiche climatiche.

“Deve anche trattarsi di piante a crescita molto rapida e con un grande superficie aerea, in grado di captare inquinanti e creare ombreggiamento, mitigando le temperature a terra in caso di calura estiva. Sima è a disposizione”, conclude il presidente.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.