Bastava dare uno sguardo alla sala dell’Auditorium che ha ospitato l’Assemblea Pubblica di Farmindustria (nella foto) per notare come l’affollata platea fosse in gran parte femminile: funzionarie, manager e imprenditrici sono parte di una forza lavoro che in Italia è per il 44% donna, con il 53% nel caso della Ricerca & Sviluppo.
“La diversità di genere – dice a Fortune Italia il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, a margine dell’appuntamento annuale – è una ricchezza nell’industria farmaceutica”. E lo conferma il dato relativo alla posizioni di leadership: “Siamo al 40%”.
“Questo è un patrimonio che non vogliamo disperdere – sottolinea Cattani – In che modo? Con politiche di welfare all’avanguardia che aiutino la meternità e la genitorialità, ma anche una migliore conciliazione vita-lavoro”.
Qualche numero
Oltre il 91% delle imprese applica da anni lo smart working, con part-time, flessibilità oraria in ingresso/uscita, permessi retribuiti per visite mediche aggiuntivi al Contratto collettivo nazionale. Il 100% degli addetti è coperto da previdenza e assistenza sanitaria integrativa, il 73% fruisce di servizi di istruzione e assistenza, il 43% può beneficiare di forme di assistenza per familiari anziani o non autosufficienti.
Non mancano le misure specificamente declinate al femminile: il 47% delle imprese offre congedi e aspettative di maternità più lunghi rispetto alla legge e al contratto collettivo nazionale. E ancora: il 58% garantisce asili nido/rimborsi spese per istruzione e assistenza domestica; il 55% campagne di screening, prevenzione, vaccinazione, check-up e per il benessere psico-fisico; il 59% counseling psicologico post-gravidanza.
Le culle del pharma sono piene
Non è un caso, quindi, che nel settore, dove ci sono sempre più imprese che si stanno certificando per la parità di genere, si registra un numero di figli superiore del 45% rispetto alla media nazionale.
“L’innovazione e l’industria farmaceutica è aperta al mondo per definizione, ebbene: siamo natuaralmente aperti e abbracciamo la diversità”, chiosa Cattani.
