Aumentare l’offerta terapeutica delle procedure di interventistica strutturale in cardiologia, puntare su digitale e AI, sfruttare la sinergia delle reti dell’infarto miocardico acuto per migliorare il trattamento dei casi gravi di embolia polmonare, potenziare la ricerca anche nella medicina di genere. Sono le 4 priorità di Francesco Saia, nuovo presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (Gise).
Chi è
Una laurea in medicina a Bologna nel 1995 e una specializzazione in Cardiologia a Bologna nel 2000, due dottorati di ricerca, Saia ha 52 anni, 2 figlie e una moglie cardiologa. Cardiologo Interventista presso l’Irccs Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Policlinico S. Orsola di Bologna e ricercatore universitario.
Il primo dottorato del presidente Saia è in Fisiopatologia dello Scompenso Cardiaco, nel 2000 sempre a Bologna, cui segue un diploma di dottorato (PhD) in Cardiologia Interventistica conseguito nel 2004 presso l’Erasmus University of Rotterdam con tutorship del prof. Patrick Serruys, pioniere e gigante della Cardiologia Interventistica mondiale. Tra le altre esperienze all’estero si annovera una Fellowship al Royal Brompton Hospital, National Heart & Lung Institute a Londra nel 1997-1998.
Il neopresidente succede a Giovanni Esposito e resterà in carica 2 anni, con un programma di lavoro molto articolato. Fra i suoi obiettivi programmatici, sfruttare le molteplici nuove opportunità offerte dalla tecnologia e dallo sviluppo digitale, ma anche affrontare con maggiore decisione il tema della medicina di genere anche in Cardiologia Interventistica, facilitato dallo sviluppo di nuove conoscenze e dalla crescente attenzione che il Gise sta dedicando a questi aspetti.
Saia punta a intensificare la collaborazione con le altre società scientifiche nazionali e internazionali, proseguendo gli sforzi in tal senso delle ultime presidenze; rafforzare il ruolo dei giovani all’interno del Gise, dando sempre più spazio al gruppo Gise Young; promuovere un processo di certificazione delle competenze cliniche e tecniche dei cardiologi interventisti; elaborare documenti di consenso e di indirizzo tra esperti su argomenti con importanti gap di evidenze scientifiche; sviluppare progetti di awareness su patologie cardiologiche per i pazienti e per la popolazione generale attraverso la collaborazione con associazioni di pazienti.
