Pensioni, confronto serrato fra sindacati medici e Schillaci (ma lo sciopero resta)

Orazio Schillaci
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Prove di dialogo fra sindacati medici e ministero della Salute. Al centro dell’incontro, ieri a Roma, la crisi della professione, quella del Ssn ma soprattutto la norma in Manovra che impatta sulle pensioni dei ‘camici bianchi’ e che, secondo le stime di Anaao Assomed, provocherà la fuga in massa e anticipata di “5-6mila medici”. Iniziamo col dire che, al momento, lo sciopero annunciato per il 5 dicembre ci sarà.

Pensioni, medici in rivolta: “Ecco perchè lo sciopero ci sarà”

Anaao Assomed e Cimo-Fesmed fanno sapere di aver avviato un confronto serrato con il ministro Orazio Schillaci “per cercare strategie e soluzioni per valorizzare la professione medica e sanitaria e il Sistema nel suo complesso. Resta comunque confermato lo sciopero di martedì 5 dicembre prossimo”, hanno assicurato i sindacati.

Stessa linea per Aaroi-Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo- Snr), Fp Cgil Medici e drigenti Ssn, Fvm Federazione Veterinari e Medici, Uil Fpl Medici e Veterinari, Cisl Medici. “Apprezziamo la disponibilità al confronto con le organizzazioni dimostrata dal ministro Schillaci, così come la sua ‘buona volontà’ di fronte alle richieste fatte da questa Intersindacale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari. Al momento, tuttavia, non abbiamo elementi concreti sufficienti per interrompere la mobilitazione, affinché la Legge di Bilancio proposta dal Governo sia emendata per soddisfarle adeguatamente”.

L’obiettivo resta, dunque, una modifica alla norma contestata, che potrebbe trovare spazio in un maxi-emendamento ad hoc. Ma non solo.”Il Ssn, per restare pubblico e universale, ha bisogno di interventi strutturali urgenti di tipo organizzativo e finanziario, sia per l’assistenza territoriale sia per quella ospedaliera – elenca l’Intersindacale – sblocco del tetto imposto da anni sulla spesa del personale, piano assunzionale straordinario, stabilizzazione dei precari, riforma della formazione e contratto formazione-lavoro, finanziamento adeguato dei contratti e dell’indennità di specificità professionale, defiscalizzazione del salario accessorio, corresponsione TFS come il TFR con assegno unico e non a rate ritardate, nonché abolizione di tutte le penalizzazioni pensionistiche della Manovra 2024″.

“La situazione è drammatica: i professionisti della sanità sono allo stremo, il Ssn rischia di collassare e gli interventi proposti da questo Governo sono assolutamente insufficienti e troppo spesso dannosi“, concludono le sigle sindacali, continuando la mobilitazione “con sempre maggiore convinzione e compattezza”. I medici proprio non ci stanno a fare passi indietro, almeno per il momento.

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