Ragazze e Stem, cosa sta cambiando in Italia

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Qualche decennio fa, per chi aveva optato all’università per le materie umanistiche, fare un salto in una facoltà come Ingegneria o Matematica equivaleva a trovare sparuti esemplari di studentesse. Le ragazze in Italia non ‘frequentavano’ le materie Stem. Una sorta di diffidenza, che aveva origine nella scuola dell’obbligo. Poi però qualcosa è cambiato. E meno male.

Un’onda innescata anche da progetti come quello di Darya Majidi, imprenditrice digitale italo-iraniana, computer scientist, esperta in intelligenza artificiale, con le sue Donne 4.0 e AIXGIRLS. E alimentata da tanti esempi di passione e successo. Insomma, finalmente anche in Italia in molti (molte?) siamo convinti che non solo la scienza, ma anche Big Data, informatica e intelligenza artificiale siano una sfida da ragazze. 

Le studentesse eccellenti

Ebbene, a dimostrarlo oggi è anche il drappello di studentesse eccellenti, figlie di genitori non laureati – tutte al quarto anno delle superiori – selezionate per iniziare alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa un programma di orientamento universitario dedicato al mondo delle materie Stem, dalle biotecnologie alla robotica, dall’informatica alla fisica. Una bella notizia in un’Italia che aveva accumulato un ritardo cronico in questo settore.

Oggi si celebra la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, istituita nel 2015 proprio per promuovere un accesso pieno alla scienza. Che è questione di cervello e volontà, non di genere. Un’occasione per riflettere sui risultati raggiunti, ma anche su quello che ancora manca. Una ‘sveglia’, qualcuno direbbe, per le ragazze che amano la scienza.

Come ricorda l’Ansa, un primo dato lo fornisce l’Osservatorio Stem di Deloitte: le italiane iscritte ad un corso di laurea nelle materie Stem sono solo il 14,5% di quelle che frequentano l’università, molto al di sotto della media europea.

La metà circa delle intervistate parla ancora di stereotipi di genere, che allontanano ancora da questi studi. Il divario finisce poi per ripercuotersi, amplificato, sul mondo del lavoro, come emerge da uno studio del 2023 pubblicato su The Lancet Regional Health – Europe: le donne, almeno nel Vecchio Continente, abbandonano progressivamente la carriera accademica, arrivando a costituire appena il 33% dei ricercatori e solo il 26% di figure apicali come professori ordinari, direttori di dipartimento e di centri di ricerca.

Il soffitto di cristallo

Un divario che si inasprisce nel caso delle materie Stem: se per le discipline umanistiche le donne occupano oltre il 30% delle posizioni più alte della carriera, si scende al 22% per le scienze naturali e al 17,9% per le aree legate a ingegneria e tecnologia. Anche qui l’Italia è molto indietro, collocandosi terzultima in Europa. E non parliamo (stavolta) di medicina e sanità.

Non è una cosa da ragazze?

Secondo i dati di un’altra ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children nel 2022, le materie scientifiche continuano a essere percepite dalle ragazze come ‘poco adatte’ a loro, nonostante incuriosiscano il 54% delle studentesse. Per superare questi ostacoli, possono essere utili iniziative come quella dell’Università di Milano, che ha emesso un bando per progetti coordinati da giovani ricercatrici al rientro dalla maternità.

Il progetto ‘Girls@Polimi – Borse per future ingegnere’ del Politecnico di Milano punta invece a incentivare le ragazze a raggiungere i propri obiettivi. I canali social dell’Infn aderiscono anche alla campagna #WomenInScience, che darà spazio ai contributi di quattro grandi scienziate al progresso della conoscenza: Vera Cooper Rubin, Marietta Blau, Chien Shiung Wu e Milla Baldo Ceolin. Sceglie uno spettacolo anche l’Istituto Nazionale di Astrofisica: ‘STEMmano ponno esse donne o ponno esse scienziate’, organizzato dal progetto di divulgazione scientifica La Scienza Coatta, oggi a Roma.

Torniamo a Pisa

Il progetto della Sant’Anna, che unisce orientamento per la scelta degli studi universitari e mobilità sociale, è far conoscere alle 75 studentesse selezionate tutte le opportunità offerte da percorsi universitari Stem. Il culmine sarà tra il 9 e il 12 luglio, quanto le studentesse saranno ospiti della Scuola a Pisa per un tirocinio residenziale, che offrirà loro l‘opportunità di sperimentare la vita universitaria, visitando il campus e interagendo con le allieve e con gli allievi. La Sant’Anna di Pisa sosterrà per intero le spese di vitto, alloggio e viaggio per tutte le partecipanti.

La scommessa è che la passione per le scienze sia contagiosa. A Pisa le ragazze Stem troveranno anche Carmen Panepinto, giovane ingegnera formata in università prestigiose, Miss Universo Italia 2023 ma anche testimonial della Settimana Stem. Che punta a lasciare il segno nella ricerca e a raccontare la bellezza della scienza a tante coetanee. Un po’ come cerchiamo di fare noi, cercando e narrando storie di ricerca, creatività e talento da tutta Italia. Senza ostacoli di genere.

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