Influenza e ‘virus cugini’, 11 mln gli italiani colpiti finora

influenza

Continua a flettere la curva dell’influenza in Italia, ma i casi non si azzerano. Secondo l’ultimo report di Respivirnet, infatti, nella settimana dal 5 all’11 febbraio i casi stimati di sindrome similinfluenzale sono stati circa 475.000, per un totale di 11.035.000 connazionali finiti a letto finora. E l’altalena delle temperature favorisce i ‘virus cugini’.

I dati

Diminuisce ancora l’incidenza delle sindromi simil-influenzali, secondo l’ultimo bollettino RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità. Siamo a 8,1 casi per mille assistiti (contro 8,7 nella settimana precedente, dato aggiornato rispetto a quello diffuso la scorsa settimana a seguito dei ritardi di notifica). Scende anche la proporzione dei campioni positivi all’influenza sul totale di quelli analizzati (10,3% contro 13%).

Ancora una volta i più colpiti sono i bambini sotto i cinque anni, con ben 25,9 casi per mille assistiti (28,0 nella settimana precedente) mentre a5-14 anni si scende a 10,01 casi per mille, a 15-64 anni a 7,29 e tra gli over 65 anni a 4,29 casi per mille assistiti.

A livello territoriale Basilicata e Molise tornano al livello di base.

I virus in circolazione

Tra i campioni risultati positivi, il 22% è positivo a Sars-CoV-2, il 16% a RSV, il 40% per influenza A, il 9% per Rhinovirus mentre i rimanenti sono risultati positivi per altri patogeni respiratori.

Cosa ci aspetta

Ma quando potremo archiviare questi malanni di stagione? “Alla luce dei continui sbalzi termici e di una stagione invernale particolarmente strana con temperature ballerine – ha detto Fabrizio Pregliasco, direttore scientifico di Osservatorio Influenza e della scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università degli studi di Milano – quello che dobbiamo aspettarci è una diminuzione meno progressiva dei contagi e un raggiungimento di oltre 15 milioni, e forse un po’ di più, di casi complessivi a causa di questa condizione metereologica che sappiamo faciliti la diffusione dei vari virus respiratori tra cui anche i ‘virus cugini'”.

L’effetto del clima

Ma se il clima sta cambiando, occorre adattare anche la nostra strategia. “Nei prossimi anni si dovrà pianificare in modo più ampio anche la campagna vaccinale – ha aggiunto il virologo – tenendo conto non solo dei cambiamenti climatici, ma anche di nuovi virus come le varianti di Covid, che non evidenziano un collegamento con la meteorologia né hanno una stagionalità come l’influenza. Il vaccino andrà dunque visto in termini sempre più strategici nel calendario per la vita, in particolare per le persone fragili e più avanti con l’età”.

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