Drone batte ambulanza e aumenta le chance salvavita

drone Sis 118
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Quando in ballo c’è una vita umana, le nuove tecnologie volanti battono le ‘classiche’ soluzioni su quattro ruote. “Il drone arriva molto più velocemente con un defibrillatore nel luogo in cui si trova una persona colpita da arresto cardiaco improvviso rispetto ai mezzi di soccorso inviati sulla scena dell’evento dalla Centrale Operativa 118″. A sintetizzare così i risultati della nuova sperimentazione del progetto Seuam (Sanitary Emergency Urban Air Mobility) della Società Italiana Sistema 118 è il presidente Mario Balzanelli. Che non ha dubbi sul futuro del ‘soccorso volante’.

L’obiettivo del progetto l’abbiamo già raccontato: grazie a droni iperveloci ‘caricati’ con un defibrillatore e teleguidati dalle Centrali Operative 118, la Sis 118 guarda all’areospazio per contrastare efficacemente l’arresto cardiaco improvviso, che uccide ogni ora almeno 8 italiani, per un totale di quasi 60.000 persone all’anno.

L’idea

Il progetto parte dall’idea che “almeno il 40% di queste persone, può essere salvata senza esiti neurologici invalidanti se riceve immediatamente dopo l’insorgenza dell’arresto cardiaco, compressioni toraciche ininterrotte (massaggio cardiaco) e, quando indicato, entro i primi 3-4 minuti, la scarica elettrica erogata da un defibrillatore”, ricorda Balzanelli. Ma traffico, problemi di viabilità e altre difficoltà ostacolano l’arrivo dei mezzi salvavita. Così si è pensato di arrivare dal cielo.

Dopo il primo test a Taranto il 26 febbraio scorso, la seconda uscita del drone salvavita si è tenuta ad Altomonte (Cosenza). Questa volta lo scenario prevedeva un paziente colpito da arresto cardiaco improvviso e l’attivazione contemporanea da parte della Centrale Operativa 118 sia di un’ambulanza, proveniente da Iersi, sia  di un drone, partito dalla stessa postazione dell’ambulanza.

La ‘gara’

Se l’ambulanza ha dovuto percorrere, per giungere al paziente nella piazza di San Francesco di Altomonte, un tratto stradale di 2.5 km circa, il drone con il defibrillatore ha dovuto coprire, in linea retta, appena circa 500 metri. Nello scenario simulato la Centrale Operativa 118 ha fornito, per telefono in tempo reale, agli astanti, le istruzioni per il massaggio cardiaco e la defibrillazione rapida semiautomatica del ‘paziente’.

“Abbiamo sempre creduto nella validità scientifica, tecnica, umana e sociale del progetto Seuam – ha commentato Giampietro Coppola, Sindaco di Altomonte, comune partner della sperimentazione –  nella speranza che la sua messa a punto permetterà di salvare migliaia di vite umane in tutto il mondo. E la Calabria, tramite l’esperienza di Altomonte, darà il suo contributo: dal cielo arriverà non più la morte, come nei tanti scenari di guerra odierni, ma la salvezza”.

Partner dell’iniziativa la Caltec, che ha realizzato il drone. Carlo Villano Aquilino, amministratore del consorzio areospaziale campano, ringraziando il Ceo Enrico Iuliano della Gec Software per il supporto logistico, si è detto “felice, come imprenditore, di accompagnare la realizzazione di questo rivoluzionario progetto sperimentale, con la prospettiva di promuovere, contestualmente alla innovazione della ricerca scientifica e delle frontiere più evolute della tecnologia al servizio della vita umana, lo sviluppo e l’occupazione di qualità dei giovani talenti del nostro territorio, affinchè trovino presso di noi la risposta migliore alle proprie vocazioni professionali e non siano più costretti ad andare altrove”.

Un vantaggio non da poco

Ma come è andata la gara di soccorso? Ebbene, a conti fatti “il drone è arrivato 3 minuti e 11 secondi prima dell’ambulanza. L’intervallo temporale tra la scarica erogata dal defibrillatore al paziente e l’arrivo successivo dell’ambulanza è stato di 2 minuti e 11 secondi – ha precisato Balzanelli – Significa che con questa metodologia del soccorso, un paziente vero avrebbe avuto ben il 20% circa di probabilità in più di salvarsi, quindi di tornare pienamente alla vita, rispetto al soccorso con metodologia tradizionale”. I test del drone non finiscono qui. Dopo la breve distanza, il 13 aprile “si terrà un’altra simulazione sempre ad Altomonte con l’arrivo dei mezzi di soccorso da una distanza di 12 km”, dice Balzanelli a Fortune Italia.

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