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Salute mentale e aggressività, picchi nei cambi di stagione

violenza

Un padre che accoltella i figli e la moglie che voleva lasciarlo, un’anziana donna colpita da uno sparo mentre era in auto, gravi e ripetuti episodi negli ospedali: colpisce la scia di violenza che affiora in questi giorni dalla cronaca. Spia di una salute mentale sempre più fragile, come emerge anche dall’ultimo rapporto Eurispes.

Fragilità e farmaci

I conti sono presto fatti: nel 2023 un italiano su cinque ha assunto ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore, antipsicotici e tranquillanti. Parliamo, stando all’indagine, del 19,8% dei connazionali. Ma se il mito di Medea ci insegna che aggredire i figli per colpire l’altro genitore è una strategia antica, “in realtà in questo periodo dell’anno è più facile che scatti la molla dell’aggressività, etero o autoridiretta”. A dirlo a Fortune Italia è Liliana Dell’Osso, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) e ordinaria dell’Università di Pisa.

La stagionalità

“Suicidi, figlicidi e aggressioni, se guardiamo al trend, presentano due picchi stagionali ogni anno, uno dei quali è in primavera e l’altro in autunno. In effetti questo fenomeno era stato osservato a livello aneddotico, dopodichè le ricerche hanno confermato l’andamento stagionale di alcuni disturbi mentali. Tanto che ormai il pattern stagionale è previsto anche dal Dsm, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”, ricorda la psichiatra.

Insomma, esistono mesi particolarmente difficili, in cui le fragilità emergono e l’aggressività viene più facilmente manifestata. “Questo – sottolinea Dell’Osso – è un periodo critico per la salute mentale, anche nel soggetto che non ha patologia. C’è una sorta di riattivazione, come se nel nostro cervello emergessero tracce legate al passato, ad antiche fasi dell’evoluzione umana“.

Un risveglio dal letargo? Pensiamo soltanto, suggerisce la psichiatra, a come alcuni sensi anticamente predominanti, come l’olfatto, abbiano perso (almeno apparentemente) terreno rispetto ad esempio alla vista, quando l’uomo ha iniziato a camminare eretto. Ebbene, di queste prime caratteristiche dell’essere umano è rimasta una sorta di memoria nelle parti più antiche del nostro cervello. Analogamente all’attivazione stagionale.

Occorre investire di più

Di questo e altri temi si parlerà dal 29 maggio a Verona, al Congresso per i 150 anni della Sip. Tornando all’attualità, episodi come quelli cui stiamo assistendo in questi giorni “ci ricordano l’importanza di investire di più sulla salute mentale e sulla sanità in generale, per riuscire a dare risposte alle fragilità anche dal punto di vista dell’assistenza e della ricerca”, conclude Dell’Osso.

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