Niente vaccino contro l’influnza per paura di effetti collaterali? Un grave errore, specie nel caso dei cardiopatici. Il monito arriva dagli esperti riuniti a Roma all’83° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (Sic), forti dei risultati di un recente studio internazionale.
Nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare, infatti, l’influenza aumenta di 6 volte la probabilità di infarto. Ma chi ha piccole reazioni di dolore o fastidio nel sito dell’inoculo nelle prime ore, ha il cuore perfino più protetto.
La posizione dei cardiologi è condivisa anche dall’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali. “C’è un alto rischio che la circolazione concomitante di virus respiratorio sinciziale, influenza e Sars-Cov-2 metteranno sotto pressione il sistema sanitario europeo nelle prossime settimane. E’ già stato riferito in diversi Paesi europei e per questo è estremamebte importante che la popolazione vulnerabile, i più anziani, le donne incinte e i pazienti immunocompromessi vengano vaccinati contro l’influenza e contro Covid”, ha detto Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco.
Lo studio sul vaccino e i cardiopatici
Il lavoro pubblicato sull’European Journal of Heart Failure – condotto dal Brigham and Women’s Hospital dell’Harvard Medical School di Boston – ha coinvolto oltre 5.200 pazienti ad alto rischio cardiovascolare: il 38% ha registrato effetti collaterali dopo il vaccino antinfluenzale, ma nella maggior parte dei casi di grado lieve. La reazione è stata però positiva, perché ha ridotto di un ulteriore 20% la probabilità di ricoveri e mortalità cardiaca nei mesi successivi.
Nei dettagli, i dati mostrano che il 38% delle persone ha avuto effetti collaterali ma nel 76% dei casi si è trattato di reazioni lievi, come dolore nel punto dell’iniezione (60%), dolori muscolari (34%) o fastidio generale (22%). Gli effetti collaterali, più frequenti nelle donne e in chi era già stato ricoverato per un infarto, ma anche in chi era più giovane, nei fumatori e in chi era sovrappeso, sono risultati protettivi: chi li ha sperimentati ha registrato un calo del 20% della probabilità di problemi cardiaci o polmonari e della mortalità nei mesi successivi.
L’influenza dei record
“Nella stagione 2021/22 la copertura vaccinale con l’antinfluenzale è stata pari a circa il 60% della popolazione over 65 – ricorda Ciro Indolfi, presidente Sic e direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Emodinamica dell’Azienda ospedaliero Università Mater Domini di Catanzaro – Il vaccino si associa a una riduzione del rischio di malattia e mortalità negli anziani ed è molto protettivo per chi è a elevato rischio cardiovascolare, per esempio perché soffre di scompenso cardiaco o ha già avuto un infarto; purtroppo molti esitano a vaccinarsi temendo gli effetti collaterali, ma i nuovi dati dimostrano che anzi, chi ha piccole reazioni al vaccino è perfino più protetto dalle conseguenze negative dell’influenza”.
Questi risultati “confermano la necessità di vaccinare le persone ad alto rischio cardiovascolare: l’influenza può essere molto pericolosa in questi pazienti, aumentando fino a sei volte il rischio di un infarto”, ha detto Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto Sic e direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie Apparato cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli. “Con un milione di casi registrati già a inizio dicembre, l’Australiana di quest’anno ha stabilito il record di contagi dal 2009”.