Si tratta di uno dei tumori ancora oggi più insidiosi, difficile da diagnosticare e con pochi risultati nelle cure. Ma dalla ricerca italiana arrivano nuove speranze contro i tumori delle vie biliari, patologie che ogni anno scolpiscono circa 3000 persone. La notizia arriva ancora una volta da Napoli: qui i ricercatori del Pascale stanno guidando un gruppo di ricercatori impegnati nello studio di un nuovo possibile approccio terapeutico. Vediamo di cosa si tratta.
Le cause dei tumori delle vie biliari sono ancora sconosciute e i pazienti non sempre rispondono alla chemioterapia. Ebbene, proprio il colangiocarcinoma è protagonista dell’approccio innovativo ‘disegnato’ dai ricercatori dell’Istituto dei tumori di Napoli.
La sperimentazione
Coordinato da Alessandro Ottaiano, responsabile scientifico, da Francesco Izzo, chirurgo referente per la patologia e direttore della Chirurgia Epato-Biliare dell’Istituto e da Guglielmo Nasti oncologo responsabile della SSD-Terapie Innovative nelle Metastasi Addominali, lo studio Citation adotta una strategia che gli specialisti definiscono “promettente”: la terapia neoadiuvante basata sull’immunoterapia. La sperimentazione coinvolgerà una serie di strutture specializzate in tutta Italia.
“Sono lieto che il nostro Istituto ancora una volta offra questa opportunità ai pazienti affetti da tumori delle vie biliari – commenta il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi – La ricerca e l’innovazione sono fondamentali per combattere questa malattia complessa, e siamo orgogliosi di essere ancora una volta all’avanguardia e competitivi in questo campo”.
Come funziona il nuovo approccio
Ai pazienti viene somministrata una combinazione di due farmaci immunoterapici (Durvalumab e Tremelimumab) insieme con la chemioterapia convenzionale prima dell’intervento chirurgico.
L’immunoterapia stimola il sistema immunitario per combattere le cellule tumorali e, allo stesso tempo, migliora l’efficacia dell’azione anticancro della chemioterapia. Una tattica che offre numerosi vantaggi: le dimensioni del tumore vengono ridotte, per consentire una resezione chirurgica più efficace e il controllo precoce delle micro-metastasi. L’obiettivo è che questo studio possa aprire nuove prospettive terapeutiche per i pazienti.
Oltre al Pascale, ideatore e coordinatore dello studio, parteciperanno al progetto 5 gruppi italiani: Università di Napoli “Federico II” di Napoli, Ospedale Cardarelli di Napoli, Ospedale san Camillo Forlanini/Spallanzani di Roma, Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino e Ospedale Borgoroma, di Verona.