Le farmacie pubbliche, un patrimonio da gestire meglio

farmacie comunali
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Viaggio nel mondo delle farmacie pubbliche, tra vendite affrettate e redditività che potrebbe crescere.

La versione completa di questo articolo, a firma di Alberto Sisto, è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo.

 

Quasi 1700 farmacie (1.686), di proprietà di 645 diverse società pubbliche (spa, srl, consorzi e aziende speciali), ma anche, in 83 casi, affidate in gestione ad un privato. Se fossero un gruppo avrebbero un fatturato superiore al miliardo e mezzo sugli oltre otto miliardi che gli italiani spendono per l’acquisto di medicinali, coperti dal Servizio sanitario nazionale. Dentro ci sono piccoli colossi e micro realtà: fra i primi ci sono le due società dell’Emilia Romagna, Farmacie comunali riunite di Reggio Emilia con i suoi 168 mln di fatturato, Ravenna Farmacie con 68 mln e le Farmacie comunali di Trento con 22 mln. Sono per lo più in utile anche se la redditività oscilla molto in questo universo, e non brilla di certo. E quelle pochissime aziende che hanno visto il proprio business rischiare di andare a gambe per aria, come la Farmacap di Roma Capitale, lo hanno fatto per demerito proprio e non certo per l’aggressiva concorrenza dei privati. A far emergere questo spaccato è stata la Corte dei Conti con il suo referto sulle partecipazioni degli enti locali, pubblicato a dicembre: fra le 7.500 società possedute da Comuni, Province e Regioni svettano i fatturati, inaspettati, di alcuni di questi punti vendita ben conosciuti, ai clienti e ai cittadini e anche ai politici locali che spesso ne paventano la vendita o la privatizzazione, ma di cui è sconosciuta la dimensione economica. Fortune Italia, utilizzando questa banca dati, ha calcolato che solo 55 società di farmacie di cui si parla esplicitamente nella relazione, nel 2017, hanno fatturato 564 mln e portato a casa utili per 10 mln.

Pochi anni fa, nel 2016, il loro mondo venne scosso dalla legge annuale sulla concorrenza che introdusse la possibilità per i gestori e le catene di farmacie di allargarsi superando i limiti esistenti al possesso multiplo di licenze. Il mondo delle farmacie comunali per qualche mese entrò in fibrillazione temendo l’assalto alla diligenza sulle loro ricche praterie. Ma in realtà ci sono voluti alcuni anni perché il settore privato incominciasse a interessarsi alle farmacie comunali e solo di recente ci sono stati passaggi di mano che hanno coinvolto anche F2i sgr, il maggiore fondo di investimento infrastrutturale italiano.

 

La versione completa di questo articolo, a firma di Alberto Sisto, è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo.

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