Coronavirus, l’impegno di Nexi per il nuovo Ospedale a Fiera Milano

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Un nuovo ospedale interamente dedicato alla gestione dell’emergenza Covid-19. È stato realizzato in soli 10 giorni, e non si tratta di un ‘accampamento’, ma di un vero e proprio polo specialistico all’avanguardia. Il ‘Padiglione del Policlinico in Fiera’ è stato inaugurato ieri a Fieramilanocity. Una volta a regime, ci saranno 200 posti in terapia intensiva. Proprio per contribuire all’allestimento di queste postazioni Nexi ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, “verso tutte le sue persone e i clienti delle banche partner. Per stimolare la raccolta, che dovrà garantire il completamento della struttura e la fornitura di tutte le attrezzature necessarie ai reparti di terapia intensiva, Nexi si è impegnata a raddoppiare le donazioni ricevute fino ad un massimo di un milione di euro”, scrive in una nota l’azienda italiana che offre servizi e infrastrutture per il pagamento digitale per banche, aziende, istituzioni e pubblica amministrazione.

Nexi sostiene così il progetto promosso da Fondazione Fiera Milano in collaborazione con Regione Lombardia. Per gestire la raccolta delle donazioni, Nexi ha costituito un Fondo dedicato in collaborazione con Fondazione di Comunità Milano Onlus: è il riferimento, agile e trasparente, su cui confluiranno tutte le donazioni di che accoglierà l’appello.

Diverse le modalità per partecipare alla raccolta fondi sia per i dipendenti che per i clienti delle Banche partner di Nexi. Innanzitutto potranno tutti donare in modo semplice e veloce attraverso, ovviamente, la propria carta di credito. Ma non solo, sono stati attivati diversi canali di raccolta per facilitare quanto più possibile l’arrivo di ogni donazione: si potrà quindi dare il proprio contributo anche sul sito nexi.it con carta di credito, sui canali social della società, sul sito www.fondazionecomunitamilano.org (sempre con carta) o attraverso un bonifico bancario intestato a Fondazione di Comunità Milano onlus, IBAN IT18 Y030 6909 6061 0000 0162 571 Causale: Nexi – Insieme per la costruzione dell’Ospedale Fiera Milano. Per i dipendenti e i manager Nexi è stata prevista anche la possibilità di aderire alla raccolta attraverso una semplice donazione del corrispettivo economico di ore di lavoro.

Avevamo fatto una promessa e l’abbiamo mantenuta. Non abbiamo realizzato un ospedale da campo, come purtroppo a volte in emergenza ci siamo trovati costretti a fare in passato. Non abbiamo realizzato un lazzaretto, lo abbiamo detto fin dall’inizio. Qui in Fiera abbiamo creato un vero e proprio ospedale specialistico. Un ospedale ideato e costruito nel rispetto del paziente e di tutti gli operatori sanitari e non che li assistono. Perché è proprio la figura del paziente al centro di quest’opera. Chi entra qui avrà ambiente, struttura, attrezzature e assistenza ottimale per le proprie esigenze di salute”, è scritto nel messaggio del direttore del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso, letto durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo ospedale.

All’ospedale Covid della Fiera di Milano, per i 200 posti di terapia intensiva ci saranno altrettanti medici anestesisti, con circa 500 infermieri e altri 200 operatori sanitari di vario genere, per un totale di 900 addetti che lavoreranno nel nuovo padiglione del Policlinico, Irccs che gestirà la struttura. “Credo sia la terapia intensiva più grande d’Italia”, afferma il presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali. L’ospedale, alla fine dei lavori, disporrà di 8 reparti con 53 letti. L’ospedale servirà ad accogliere i nuovi contagiati ‘gravi’ non solo della Lombardia, ma di tutto il Paese. A regime, potrebbe servire a svuotare quegli ospedali in Italia che hanno messo in stand-by le sale operatorie. Dopo i primi 24 posti aperti tra domenica e lunedì, la seconda consegna riguarderà il primo blocco con 53 posti. “Questo è il primo obiettivo nella fase iniziale e a seguire gli altri”.

Come spiegato da Bertolaso “gli operai e le imprese si sono applicati con turni h24 durante le giornate, nessuno si è risparmiato, tutti hanno lavorato ventre a terra che è quello che avevo chiesto appena sono arrivato qui. Per primo ho cercato di dare l’esempio”. Pazzali si è commosso nel parlare degli ultimi dieci giorni. “È stato molto duro ma abbiamo fatto un buon lavoro”, ha detto durante l’inaugurazione dell’ospedale. “La prima parte dei lavori è finita, è iniziata la seconda e abbiamo l’obiettivo di arrivare a questo secondo risultato”.

È stato realizzato “un ospedale di altissima qualità e tecnologia. Secondo il mio parere potrà diventare un punto di riferimento per la rianimazione di tutto il nostro Paese, tanto è vero che il Governo ha già detto di voler riprodurre quello che abbiamo fatto in Fiera al Centro e al Sud d’Italia, proprio perché, se si dovessero ripetere emergenze di questo genere, ci possa essere la garanzia di una diga”, ha detto il governatore lombardo, Attilio Fontana. L’opera è stata “interamente finanziata da 1.200 donatori con il loro contributo da 10 euro a 10 milioni.

L’ospedale Fiera resterà in futuro anche per gestire nuove eventuali ondate di coronavirus, ha fatto sapere l’assessore della Lombardia Giulio Gallera a Mattino Cinque. “Qualcuno dice che a ottobre, dopo l’estate, dovrebbe esserci una seconda ondatata e quindi con l’ospedale in Fiera ci faremo trovare molto pronti: ciò che abbiamo realizzato oggi è chiaramente al servizio, sperando che tutto questo non avvenga”, spiega. La struttura resterà a disposizione “della Lombardia, del Paese e dell’Europa”, dice ancora Gallera parlando di quanto sta accadendo in Spagna e Gran Bretagna. Uno degli obiettivi dei posti in Fiera è quello di accogliere in futuro i pazienti portati fuori dalla Lombardia. “Abbiamo 82 concittadini in altre regioni e 20 in Germania. L’obiettivo è farli rientrare”, sottolinea, “dopo aver accolto e ridotto i nuovi bisogni”.

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