Pfas ‘veleni’ anche per il cervello, legame con Parkinson

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Veleni presenti nell’ambiente, che danneggiano anche il cervello. E potrebbero essere collegati al Parkinson. Sono i Pfas – sostanze perfluoroalchiliche che possono essere presenti in acqua potabile, alimenti, pellicole e rivestimenti alimentari, tappeti, abbigliamento, polvere, cera, prodotti cosmetici – che secondo un recente studio presentato a Padova, nel corso di un evento organizzato dall’endocrinologo dell’Università di Padova Carlo Foresta, si accumulano e danneggiano i neuroni.

Come è stata condotta la ricerca? In collaborazione con il dipartimento di neuroscienze sono stati effettuati prelievi di diverse aree del tessuto cerebrale di cadaveri. Ebbene, in presenza di significative concentrazioni plasmatiche di Pfoa, Pfos e Pfhxs sono stati riscontrati importanti segni di accumulo di queste sostanze soprattutto in aree costituite da particolari neuroni detti dopaminergici, come l’ipotalamo.

Non solo. “I dati preliminari suggeriscono un coinvolgimento delle cellule implicate nel processo degenerativo del Parkinson”, annuncia Angelo Antonini, responsabile dell’Unità Parkinson e malattie rare neurologiche della Clinica neurologica dell’Università di Padova. “Ancora non sappiamo se i Pfas possono poi determinare un’alterazione nei processi di degradazione della proteina alfa-sinucleina alla base di questa malattia. Tuttavia, confermano una vulnerabilità di questi nuclei cerebrali e che i fattori ambientali insieme al profilo genetico giocano un ruolo importante probabilmente come fattore scatenante nel processo degenerativo”.

Risultati a cui si è giunti dopo uno studio impegnativo che ha coinvolto diversi dipartimenti dell’Università. Per verificare gli effetti biologici di queste sostanze sui neuroni dopaminergici, sono state coltivate in laboratorio cellule staminali neuronali a diversi stadi di differenziamento, fino al neurone dopaminergico maturo. È stato osservato che i Pfas a concentrazioni simili a quelle ritrovate nelle aree cerebrali si integrano con le membrane neuronali, modificandone la struttura e la stabilità. L’effetto dei Pfas è più evidente quanto più precoce è lo stadio di maturazione.

Sono in corso studi per determinare quali sono le conseguenze funzionali di queste osservazioni. “Per la prima volta si è dimostrato che nell’uomo queste sostanze chimiche possono modificare la funzione delle cellule nervose”, commenta Foresta.

“Ulteriori studi sono necessari – aggiunge l’esperto – per quantificare le conseguenze sulla salute delle persone. Le osservazioni che dimostrano una maggior sensibilità delle cellule neuronali non ancora mature fanno pensare che gli effetti dei Pfas possano essere più evidenti durante le fasi più sensibili dello sviluppo del sistema nervoso come nell’embrione”.

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