A scuola col test Covid, ogni Regione decide da sé

scuola e tamponi
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Rientro a scuola con o senza tamponi? Al momento non ci sarà nessun piano nazionale per i test rapidi di massa anti-Covid all’ingresso degli istituti, come inizialmente ipotizzato dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e dal suo consulente Agostino Miozzo. Ogni Regione farà come vuole.

La conferma arriva dallo stesso Miozzo, ex coordinatore del Comitato tecnico scientifico, che alla richiesta di sciogliere il rebus, ha risposto con una parola inequivocabile: “Autonomia!”. Anche il ministero della Salute fa sapere che non ci saranno nuove strategie di testing e che le procedure di prevenzione dei contagi a scuola restano quelle previste dai servizi sanitari territoriali.

Il 20 aprile, con una lettera indirizzata agli organi competenti (ministeri della Salute e dell’Istruzione, Istituto superiore della sanità, Inail, Cts e Protezione civile) il commissario straordinario Figliuolo aveva anche lui posto il problema di verificare la necessità di sviluppare “eventuali strategie in particolare di testing, di contact tracing e di ogni altra attività ritenuta utile” per garantire la ripresa in sicurezza delle lezioni in presenza.

Premettendo all’inizio della missiva che in Italia “le scuole non rientrano nei primi tre contesti di diffusione virale, che sono nell’ordine il contesto familiare/domiciliare, quello sanitario assistenziale e quello lavorativo”. E che “i casi osservati in ambito scolastico sembrano riflettere la trasmissione dell’infezione nella comunità e non viceversa”, Figliuolo nella lettera ricorda l’importanza di continuare a rispettare le misure rivelatesi efficaci finora, cioè: utilizzo delle mascherine, mantenimento del distanziamento sociale, igiene delle mani, ventilazione degli ambienti e, non da ultimo, sensibilizzazione delle famiglie al principio di massima cautela in caso di sospetto di infezione.

Nel frattempo il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha annunciato che “da maggio la Lombardia utilizzerà in ambito scolastico i test salivari molecolari frutto di una sperimentazione attuata dall’università Statale di Milano”. Questi test, ha detto Fontana, “ci consentiranno di attuare un monitoraggio ancora più accurato della diffusione del virus, senza la necessità di impiegare personale sanitario, che potrà dedicarsi alla campagna vaccinale e alla cura dei pazienti ricoverati e non negli ospedali”.

Per adesso, però, il dicastero di Roberto Speranza non ha ancora formalizzato il via libera ai test antigenici e molecolari su campioni di saliva. Con una circolare del 29 settembre la direzione della Prevenzione aveva spiegato che “allo stato attuale delle conoscenza, difficilmente si prestano allo screening rapido di numerose persone, in quanto richiedono un laboratorio attrezzato”. Miozzo tuttavia ha anticipato nei giorni scorsi che “il ministero della Salute lavorerà per sdoganare il problema dei test salivari sul territorio” e che una nuova circolare “uscirà nei prossimi giorni”.

L’Emilia Romagna assicura tamponi rapidi e gratuiti in farmacia ogni 15 giorni per scolari e studenti (da 0 a 18 anni e maggiorenni che frequentano la scuola secondaria superiore), universitari (inclusi quelli iscritti fuori sede che hanno il medico di medicina generale in Emilia Romagna), personale dei servizi educativi e quello scolastico di ogni ordine e grado. Hanno inoltre diritto al test gratuito anche i genitori degli alunni (pure se separati o non conviventi), relativi fratelli e sorelle, altri familiari conviventi, i nonni anche se vivono nella stessa abitazione. Per tutti i docenti coinvolti da un caso Covid è garantito un test molecolare di screening entro 24 ore dalla presa in carico del caso. Se l’esito è negativo l’insegnante può riprendere subito l’attività regolare.

Una volta al mese anche la Regione Toscana offre test gratuiti in farmacia a scolari, studenti, relativi genitori (anche se separati o non conviventi), sorelle e fratelli, altri familiari conviventi, nonni anche se non abitano sotto lo stesso tetto. Lo screening gratuito vale per tutti gli studenti universitari (compresi quelli iscritti ad atenei fuori regione) e tutto il personale della scuola di ogni ordine e grado e dei servizi educativi (0-3 anni). Escluso dal test rapido chi presenta già una sintomatologia legata a Covid.

Mentre il Piemonte ha prorogato fino al 31 luglio il progetto “Scuola sicura”, partito dopo le festività natalizie. Il piano prevede ogni 15 giorni test antigenici o molecolari su base volontaria per tutto il personale docente e non docente, previa prenotazione del proprio medico di base. E una volta al mese, sempre su base volontaria, uno screening modulare sui 75mila studenti di seconda e terza media (ogni settimana viene testato un quarto di ogni classe) utilizzando gli hotspot presenti sul territorio.

Infine, nel Lazio continuerà fino al 30 aprile la campagna di test antigenici gratuiti nei drive-in rivolta a studenti dai 13 ai 19 anni e a tutto il personale della scuola. Si ha diritto a un solo test ciascuno, che si può effettuare tutti i pomeriggi.

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