Dopo il forte richiamo del premier Mario Draghi, si è riaperto il dibattito sulle fasce di popolazione ancora senza vaccino. Secondo la Fondazione Gimbe ci sono ancora circa 2,6 milioni di over 60 , rimasti finora alla finestra. Un problema che, come al solito, ha diverse declinazioni a livello regionale, con il Sud caratterizzato dai numeri più alti di esitazione vaccinale fra gli over 60.
“In Sicilia facciamo i conti con 50-60enni molto scettici”, ci spiega Antonino Giarratano, ordinario di Anestesiologia all’Università di Palermo e presidente eletto della Società scientifica Siaarti.
“Se dovesse esserci una ripresa della pandemia, questo vuol dire che avremmo un numero importante di ricoveri in ospedale”, ammonisce. E’ anche vero che, comunque, la vaccinazione di over 70 e 80 inciderà positivamente su decessi e ospedalizzazioni. Ma gli over 60 – una volta protette le fasce più anziane – sono i più esposti ai rischi da Covid-19.
Ma perché allora gli over 55 in Sicilia, e al Sud, sono restii a ricorrere ai vaccini anti-Covid? “E’ un problema culturale, nel senso che non c’è cultura della vaccinazione. Da siciliano mi dispiace dirlo, ma questa arretratezza culturale la si vede di più nelle regioni del Sud. E, se vediamo la classifica regionale dei vaccinati dopo i 60 anni, si scende dalle aree del Paese più industrializzate a quelle meno”, insiste Giarratano.
Non solo: “I 50-60enni pensano che, in caso di Covid-19, si beccheranno una semplice influenza“, aggiunge lo specialista. Insomma, se ormai il messaggio è passato fra i più anziani e i più giovani, in questa fascia d’età c’è molto scetticismo. “D’altronde anche la comunicazione sui vaccini non ha aiutato. Qualsiasi vaccinazione a vettore virale può dare complicanze del tipo di quelle viste con AstraZeneca”.
Risultato? Nel caso di una nuova ondata, a pagare di più saranno proprio le Regioni dove i soggetti più fragili, over 60 inclusi, avranno aderito meno alla campagna vaccinale.
