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Continua il crollo dei casi di Covid-19 in Italia, mentre i reparti e le terapie intensive si svuotano e, finalmente, si riducono drammaticamente anche i decessi. Ma sul fronte vaccini le forniture del semestre chiudono a -20 milioni di dosi e la campagna vaccinale rallenta, nonostante oltre 3 milioni di dosi “in frigo”. E resta la forte preoccupazione legata agli over 60 ancora senza vaccino: sono 2,5 milioni.

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 16-22 giugno 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi di Covid-19 (7.262 vs 11.440) e decessi (221 vs 411). In calo anche i casi attualmente positivi (72.964 vs 105.906), le persone in isolamento domiciliare (70.313 vs 102.069), i ricoveri con sintomi (2.289 vs 3.333) e le terapie intensive (362 vs 504).

“Da 14 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati conferma una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell’attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta l’insufficiente tracciamento dei contatti, cruciale in questa fase della pandemia”.

Dalla settimana 5-11 maggio il numero di persone testate si è progressivamente ridotto del 52,7%, passando da 662.549 a 313.122; nel periodo 12 maggio-22 giugno la media nazionale si attesta a quota 101 persone testate/die per 100.000 abitanti con rilevanti e ingiustificate differenze regionali. In tutto il territorio nazionale si conferma il calo dei nuovi casi settimanali (irrilevante in valore assoluto l’incremento percentuale di Liguria e Molise). Inoltre, da 10 settimane sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media a 32 al giorno rispetto ai 59 della settimana precedente.

“La costante riduzione dei pazienti ospedalizzati – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – ha portato l’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti Covid al 4% sia in area medica che in terapia intensiva, con tutte le Regioni che registrano valori inferiori al 10% e 4 Regioni senza pazienti Covid ricoverati in area critica”.

“Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – risultano in calo da 3 mesi e la media mobile a 7 giorni è di 11 ingressi/die”.

Al 23 giugno (aggiornamento ore 6.10) risultano consegnate 50.320.824 dosi di vaccino, pari al 66% di quelle previste per il 1° semestre 2021.

“Rispetto alle forniture stimate nel Piano vaccinale – spiega Cartabellotta – rimarrebbero da consegnare entro la fine del 2° trimestre 25,9 milioni di dosi, il 34% di quelle originariamente previste. Anche non considerando il vaccino di CureVac, che non ha superato con successo i test clinici, è certo che non arriveranno 18,6 milioni di dosi entro fine mese”.

Infatti, secondo le dichiarazioni del generale Francesco Figliuolo, a giugno avremo un totale mensile di vaccini a Rna messaggero pari a 15,3 milioni: in altri termini, commenta Cartabellotta “se a giugno sono già state consegnate 9,43 milioni di dosi di Pfizer/BioNTech e 1,27 milioni di Moderna, entro fine mese sono attese solo altre 4,7 milioni di dosi”. Il Commissario ha inoltre dichiarato che per il mese di luglio è prevista la disponibilità di circa 14,5 milioni di dosi di vaccini a mRna. “Contando dunque su 19,2 milioni di dosi di Pfizer e Moderna nelle prossime cinque settimane – spiega Mosti – la capacità certa di somministrazione è di circa 550 mila dosi al giorno al massimo, stante che nulla sappiamo delle consegne di AstraZeneca e Johnson&Johnson previste per luglio”.

Quanto alle somministrazioni, al 23 giugno (aggiornamento ore 6.10), il 54% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (32.019.764) e il 27,6% ha completato il ciclo vaccinale (n. 16.342.041) (figura 9). Nell’ultima settimana sono state somministrate 3.751.029 milioni dosi, per la prima volta in calo rispetto alla settimana precedente (-4,5%) a fronte di oltre 3 milioni di dosi ancora “in frigo”. Si riduce anche la media mobile a 7 giorni che dal picco del 10 giugno scende da 585.639 a 542.448 inoculazioni/die del 22 giugno.

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Resta il nodo degli over 60 senza vaccino. L’86% ha ricevuto almeno la prima dose, con alcune differenze regionali: se Puglia e Umbria hanno superato il 90% la Sicilia si mantiene sotto il 75%.

Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.883.342 (86,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 307.914 (6,9%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 2.914.810 (48,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.278.673 (38,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.
Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 3.150.738 (42,3%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.851.868 (38,3%) hanno ricevuto solo la prima dose.

In altri termini, quasi 2,5 milioni di over 60 (14%) non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali: dal 25,2% della Sicilia al 8,7% della Puglia.

Peraltro, il trend di coperture vaccinali per fasce di età conferma ormai l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69, oltre a dimostrare una netta flessione nelle ultime tre settimane per la fascia 50-59 anni, già a copertura inferiore al 70%.

“Considerato che oltre 5,4 milioni di over 60 devono ancora completare il ciclo vaccinale – precisa Gili – è utile ribadire che secondo l’ultimo report del Public Health England nei confronti della variante Delta una singola dose di vaccino (Pfizer-BioNTech o AstraZeneca) riduce la probabilità di malattia del 31% e di ospedalizzazione del 75%; percentuali che salgono rispettivamente al 80% e al 94% con il ciclo completo”. Insomma, occorre intercettare e proteggere questi over 60 senza vaccino.

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