Jci, Fondazione Policlinico Gemelli nel prestigioso ‘club’

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Prestigioso accreditamento della Joint Commission International (Jci) per la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Su oltre 300 standard e 1.200 indicatori di eccellenza internazionali, sottoposti al vaglio di una rigorosa commissione di valutatori, gli indicatori risultati ‘non completamente soddisfatti’ sono stati appena 17.

Un successo pieno dunque, sottolineato anche dalle parole dei verificatori internazionali che hanno affermato di “aver conosciuto un Ospedale straordinario del quale devono essere orgogliosi i collaboratori che operano al suo interno, la città di Roma e l’intero nostro Paese”, sottolinea la Fondazione in una nota.

Alla presentazione dell’accreditamento Joint Commission International sono intervenuti, presso l’Aula Vito del Policlinico Gemelli, il ministro della Salute Roberto Speranza e l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Per D’Amato “oggi abbiamo un Gemelli più forte in una Regione Lazio più forte”.

Speranza nel suo intervento ha ringraziato “per tutto il lavoro fatto dal Gemelli in questo anno e mezzo di lotta incessante al coronavirus. Ottenere un riconoscimento così prestigioso, come l’accreditamento Jci, è indice della qualità del lavoro svolto in questi anni”.

“Questo risultato – ha detto l’avvocato Carlo Fratta Pasini, presidente della Fondazione Policlinico Gemelli – ci rende molto felici. Qualità e sicurezza erano parole che prima potevamo declamare solo in chiave autoreferenziale, mentre oggi le possiamo pronunciare con una qualità riconosciuta dal miglior certificatore al mondo. Questo riconoscimento ci impegna per il futuro e rinnova la riflessione sull’essere Policlinico Gemelli, che si distingue sì per la sua vocazione universitaria, ma anche per la sua missione di assistenza nei confronti di tutti, una prerogativa della sanità pubblica. Non possiamo tuttavia non tener conto che il Policlinico Gemelli è anche un’Istituzione privata, che deve tenere in ordine i conti e i bilanci, e questo è possibile solo grazie alla collaborazione di tutti. Sarebbe bello che le tariffe riconosciute per le prestazioni erogate fossero determinate anche sulla base della qualità delle cure”.

“Il traguardo che celebriamo oggi – ha affermato Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – è frutto del lavoro degli ultimi dieci anni, da quando abbiamo pensato di rendere il Policlinico Gemelli un ente autonomo. Il Gemelli e l’Università Cattolica restano una realtà unitaria e inscindibile. Questo riconoscimento internazionale, basato su importanti parametri di qualità, qualifica il Policlinico Gemelli come primo Academic Hospital italiano a ottenere questa certificazione: luogo di ricerca, di cure e di insegnamento di eccellenza. Ancora una volta l’Università Cattolica conferma la costante modernità e capacità di innovazione propria di una istituzione nata cento anni fa a Milano e sessanta anni fa a Roma con l’istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia”.

“È proprio l’unitarietà del Policlinico e della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica la forza del Gemelli – ha aggiunto il preside Rocco Bellantone – Migliaia sono i medici e i professionisti della sanità che abbiamo formato tenendo sempre fede alla nostra missione di avere cura della persona fragile. In questi ultimi anni ci siamo ancora rafforzati anche sul piano internazionale chiamando docenti provenienti da prestigiose istituzioni per lavorare con noi. Oggi raccogliamo i frutti ancora più significativi nell’anno della pandemia con il riconoscimento di Newsweek che colloca il Gemelli quale primo ospedale italiano e ora con la certificazione Jci”.

Un successo per nulla scontato questo dell’accreditamento JCI, frutto di una preparazione “al limite della realizzabilità per un Policlinico dalle nostre dimensioni e complessità – ha ricordato Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs – In Italia, l’ospedale più grande accreditato Jci era stato finora l’Humanitas, che ha 800 posti letto, e in Europa l’unico centro con numeri simili ai nostri è il Policlinico dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio)”.

“Quello dell’accreditamento – ha ricordato Andrea Cambieri, direttore sanitario di Fpg – è stato un percorso lungo, attraversato dal periodo di pandemia, durante il quale hanno lavorato circa 8 mila persone, in un processo che passa attraverso il coinvolgimento e la convinzione delle persone. Il Policlinico Gemelli è, dunque, anzitutto un’Istituzione che apprende. Quindi, fondamentali sono state la tecnologia della conoscenza, che porta costantemente tutte le informazioni di cura ai nostri operatori e la misurazione della patient experience, senza dimenticare l’attenzione agli stakeholder e al mondo del volontariato. Il modello Jci è molto vicino alla nostra vision di cura e di sicurezza dei pazienti”.

“Oggi abbiamo un Gemelli più forte in una Regione più forte – ha affermato Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio – Come Regione Lazio abbiamo dimostrato che rispetto alle sfide dell’efficienza e della qualità non temiamo alcun confronto. E questo lo dobbiamo a tutti i nostri operatori sanitari. Nella lotta a Covid-19 per esempio ci avviamo a essere la prima Regione italiana a raggiungere l’obiettivo fissato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen del 70% della popolazione vaccinato con la doppia dose. Colgo questa occasione di festa per ringraziare tutti gli operatori sanitari del Policlinico Gemelli per l’enorme sforzo profuso per il contrasto alla pandemia”.

“Mi unisco ai ringraziamenti dell’assessore D’Amato – ha affermato Roberto Speranza, a chiusura dell’evento – per tutto il lavoro fatto dal Gemelli in questo anno e mezzo di lotta incessante al coronavirus. Ottenere un riconoscimento così prestigioso, come l’accreditamento Jci, è indice della qualità del lavoro svolto in questi anni. E arriva in un momento importante della storia del Servizio Sanitario Nazionale”.

“Siamo oggi in una fase diversa di gestione della pandemia, che è purtroppo ancora in corso. Abbiamo i vaccini e ci viene offerta una straordinaria opportunità per il nostro Ssn, grazie ai fondi del Pnrr. Le risorse investite in salute non sono ‘spesa pubblica’, ma il più grande investimento che si possa fare sulla vita delle persone. Il diritto alla salute, come recita l’articolo 32 della Costituzione, è davvero fondamentale e, come Papa Francesco, ci ha ricordato ieri all’Angelus recitato dal Gemelli, il diritto universale e gratuito alla salute è una pietra preziosa che abbiamo in mano. Peggio di questa crisi, sosteneva Papa Francesco l’anno scorso in una piazza San Pietro deserta durante la Settimana santa, c’è solo il rischio di sprecarla. Dobbiamo dunque fare una svolta culturale per costruire un Ssn di valore. E il riconoscimento che il Gemelli ha ricevuto oggi dalla Jci per la sua storia, la sua esperienza e il lavoro delle sue persone è da inserire in questa cornice. Per avvicinare il mandato costituzionale alla vita delle persone è necessario uno sforzo collettivo, un grande patto Paese; per citare alcuni versi del nostro inno Nazionale, dobbiamo ‘stringerci a coorte’. So di poter contare sulle donne e gli uomini del Gemelli per l’eccellenza che avete dimostrato e perché siete fino in fondo parte del Ssn”.

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