Draghi stoppa l’ambiguità no vax di Salvini: Chi non si vaccina muore

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Non è lui a nominare Matteo Salvini, ma la domanda non poteva essere più esplicita, né la risposta più netta. “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore”. Mario Draghi stoppa così le ambiguità acchiappa voti dei no vax del leader della Lega e di molti dei suoi parlamentari. E lo fa nel corso della conferenza stampa convocata al termine del Consiglio dei ministri che oltre ad autorizzare la fiducia sulla riforma della Giustizia ha, tra l’altro, introdotto l’obbligo dell’uso del green pass per ristoranti e bar al chiuso e altre attività come cinema e teatri con decorrenza dal 6 agosto.

Perché la questione, mette in chiaro da subito, è sanitaria ma anche economica: il ‘certificato verde’ serve per limitare i contagi, dunque, per evitare che ci sia il rischio di un nuovo lockdown. “L’economia italiana va bene, si sta riprendendo, cresciamo a un ritmo superiore di quello di altri Paesi europei” ma “la variante Delta del virus è minacciosa, si espande molto più rapidamente di altre. Senza reagire subito quello che vediamo succedere in Spagna e in Francia potrebbe accadere anche in Italia, per questo motivo occorre agire”. Ecco che “il green pass non è un arbitrio, ma una condizione per tenere aperte le attività economiche”.

Un ragionamento che, peraltro, convince anche una fetta dell’elettorato del Carroccio, tanto che le posizioni dei Governatori leghisti, Zaia su tutti, suonano molto diverse da quelle del leader che solo qualche giorno fa aveva sostenuto che il vaccino per gli under 40 fosse inutile perché Covid non li uccide. Ambiguità che, peraltro, persistono anche all’interno del M5s.

Da qui l’esortazione del premier che ancora una volta riporta il governo in blocco su una posizione di netto sostegno alla campagna di immunizzazione in corso: “Invito tutti gli italiani a vaccinarsi e a farlo subito”.

Il presidente del Consiglio cerca da subito di ribaltare la lettura dei no vax, che considerano l’obbligo del green pass ghettizzante. A suo giudizio, è tutto il contrario: “E’ uno strumento per consentire agli italiani di divertirsi, andare al ristorante, partecipare a spettacoli all’aperto e al chiuso con la garanzia di ritrovarsi con persone che non sono contagiose. E’ una misura che dà serenità e non che la toglie”.

Restano al momento in sospeso tre grandi nodi, che Mario Draghi assicura saranno comunque affrontati a breve “forse già la settimana prossima o quella successiva”: il primo è il lavoro su cui pesa la proposta di obbligo di green pass per entrare in azienda lanciata da Confindustria. Il presidente del Consiglio spiega che si tratta di una “questione complessa” e comunque “da discutere con i sindacati”, che però già hanno alzato le barricate. Il secondo punto è quello dei trasporti pubblici, per il quali al momento non è ancora previsto l’obbligo di green pass.

Ma, soprattutto, c’è la questione della scuola e il grande, e dibattuto tema, dell’obbligo vaccinale per i professori. Proprio oggi il generale Francesco Figliuolo, commissario all’emergenza, ha scritto alle Regioni chiedendo di dare priorità alle immunizzazioni degli studenti dai 12 anni in su, ma anche di avere l’elenco dei docenti che al 20 agosto non si siano ancora vaccinati.Il presidente del Consiglio sa bene che altri giorni di dad sarebbero visti come un fallimento dell’azione di governo. “L’obiettivo è tutti a scuola in presenza da settembre. Tutto quello che è necessario è fatto e sarà fatto”.

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