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“Green pass per entrare in azienda”. Critiche alla proposta di Confindustria

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Niente lavoro senza green pass, con tanto di rischio di sospensione della paga o di cambio mansione. La proposta di Confindustria, contenuta in una mail inviata ieri dal dg Francesca Mariotti, fa già molto discutere. A dichiarare la sua totale contrarietà è la Cgil. “Spero che sia il caldo”, dice il segretario Maurizio Landini secondo cui “non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce”. Ma a bocciare l’ipotesi è anche il presidente della Camera, Roberto Fico. Durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare, la terza carica dello Stato spiega: “Non mi trovo d’accordo con Bonomi, il governo sta lavorando, vedremo cosa verrà fuori”.

Per Confindustria l’intento della controversa proposta “è quello di consentire ai datori di lavoro – come si legge nella suddetta mail interna – di richiedere l’esibizione di una certificazione verde valida ai fini di regolare l’ingresso nei luoghi di lavoro e/o lo svolgimento delle mansioni lavorative dei vari soggetti”. Su questo, spiega, è stata anche avviata un’interlocuzione con il governo.

Secondo Mariotti “l’esibizione di un certificato verde valido dovrebbe rientrare tra gli obblighi di diligenza, correttezza e buona fede su cui poggia il rapporto di lavoro” e “in diretta conseguenza di ciò, il datore, ove possibile, potrebbe attribuire al lavoratore mansioni diverse da quelle normalmente esercitate, erogando la relativa retribuzione”.

“Qualora ciò non fosse possibile, il datore dovrebbe – scrive ancora il dg – poter non ammettere il soggetto al lavoro, con sospensione della retribuzione in caso di allontanamento dell’azienda”.

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