vaccini Covid
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Nella giornata in cui l’Italia raggiunge il traguardo del 60% della popolazione over 12 immunizzata contro Covid-19 grazie a un ciclo completo di vaccini, arriva la notizia dell‘attacco hacker ai danni del sito della Regione Lazio che ha paralizzato SaluteLazio, bloccando le prenotazioni e rallentando le somministrazioni.

Insomma quando in ballo ci sono i vaccini c’è sempre una notizia buona e una meno buona. Ma guardiamo i dati: l’obiettivo era arrivare al 60% entro fine luglio, e possiamo dire di averlo centrato. Con 68.742.231 di somministrazioni in Italia sono 32.547.009 le persone vaccinate, ovvero il 60,26% della popolazione over 12. Ora si punta all’immunità di gregge per fine settembre.

Dunque la maggioranza dei connazionali ha vinto paure e resistenze e ha scelto di fidarsi della scienza dicendo sì ai vaccini, ma anche un forte no a ulteriori restrizioni (pensiamo alla corsa alle prenotazioni dopo l’annuncio del ricorso al green pass per tutta una serie di attività).

“Il 60% della popolazione italiana vaccinabile ha completato il suo ciclo. È un primo importante risultato che ci consente di guardare con maggiore fiducia al futuro“, ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza commentando il dato. “Dobbiamo continuare su questa strada perché è proprio con i vaccini che possiamo proteggere meglio noi stessi e gli altri”.

Una strada irta di ostacoli: restano da convincere oltre 2 milioni di over 60 ancora senza vaccini, e la maggioranza di adolescenti prima dell’inizio dell’anno scolastico.

Intanto, nel giorno in cui il Lazio ha superato il 70% della popolazione adulta vaccinata con doppia dose, il Ced regionale è stato bersaglio di un potente attacco hacker. Per motivi di sicurezza i sistemi sono stati disattivati per un certo periodo di tempo. E dati dei vaccinati sono stati inseriti a mano.

E adesso? Già nella serata di ieri dalla Regione facevano sapere che “la campagna vaccinale sta procedendo e proseguirà regolarmente, non c’è stata nessuna interruzione e non ci sarà nei prossimi giorni – ha assicurato l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato – L’attacco hacker non è riuscito a bloccare la campagna vaccinale del Lazio. Chi è prenotato, può andare tranquillamente nei centri vaccinali. Ringrazio il Commissario Figliuolo per la disponibilità che ci ha dato nel garantire il supporto nel trasferimento dei flussi nell’anagrafe vaccinale nazionale. Non ci fermeremo di fronte a questo attacco”, ha promesso il battagliero assessore.

Ma non sono solo hacker e no vax a insidiare l’obiettivo immunità di gregge. In ballo c’è anche la questione di costi e forniture. Aver – di fatto – rinunciato ai vaccini a vettore virale ha portato a ‘ritoccare’ il prezzo di quelli a mRna. La notizia arriva dal Financial Times: per Moderna il prezzo di una dose sale a 25,50 dollari, rispetto ai circa 19 euro (circa 22,60 dollari) precedenti, mentre per Pfizer si è passati a 19,50 euro contro 15,50 euro.

Secondo un funzionario vicino ai negoziati, il nuovo prezzo di 25,50 dollari a dose di Moderna, pur essendo più alto dei 22,60 del precedente accordo, è più basso rispetto ai 28,50 dollari su cui le parti si erano accordate inizialmente. “Un calo dovuto al fatto che l’ordine è cresciuto“, ricorda ‘La Stampa’.

Le società farmaceutiche avevano annunciato un rincaro dei prezzi rispetto a quelli calmierati della commercializzazione della prima fase, quella della emergenza più acuta dell’inverno passato.

Ma di sicuro la questione dei prezzi non mancherà di suscitare polemiche, anche in vista della possibilità di una terza dose.

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