Sprechi in sanità, licenziato il ‘controllore’

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Ci sono storie personali che possono diventare la fotografia di un sistema che non funziona. Soprattutto nella sanità. In questo caso, è la storia di Giuseppe Schirru. Fino al 30 giugno è stato il tecnico ortopedico della Asp di Messina. Per la precisione, con la qualifica di collaboratore professionale sanitario – tecnico ortopedico per il controllo di ausili e presidi. Ha svolto il suo lavoro, fatto di segnalazioni e di denunce, facendo emergere un sistema collaudato, fondato su omissioni e mancati controlli: è più facile commettere truffe se non si verifica mai ciò che fornisci alla disabilità e se si utilizzano i giusti parametri di legge per gli accreditamenti delle aziende ortopediche fornitrici convenzionate.

Il lavoro di Schirru, tutto da verificare nei risvolti giudiziari che ha contribuito ad aprire, è stato oggetto di valutazioni ufficiali.

Il direttore dell’ufficio legale della Asp di Messina, Giancarlo Niutta, scriveva in una mail interna indirizzata allo stesso Schirru e ai vertici della Asp, poco più di un anno fa: “corre l’obbligo evidenziare l’unicità del sistema di verifica ‘impiantato’ dalla Commissione (Schirru, ndr) che non sembra avere omologhi in altre aziende sanitarie e che il suo sistema ‘a imbuto’ appare in grado di evitare sprechi, un valido deterrente al malaffare e quindi ottimizzare le risorse aziendali”. La mail si chiudeva con una raccomandazione: “Si suggerisce un adeguato potenziamento della predetta Commissione, anche in vista di una diffusione del modello di verifica adottato, con chiaro lustro per l’Azienda intera, che chiaramente la direzione strategica vorrà valutare”.

Ora, a luglio 2021, il direttore generale facente funzioni, Bernardo Alagna, in risposta alla richiesta di chiarimento per la mancata proroga del contratto di Schirru, evidenzia due aspetti: primo “è stato assunto con contratto a tempo determinato per un’esigenza temporanea”; secondo, la natura stessa del contratto a tempo determinato “non garantisce la proroga alla scadenza essendo prevalenti le considerazioni riguardo alle esigenze di servizio che possono evolversi o essere rivalutate”. Nessuna altra valutazione nel merito. Nessun riferimento al ruolo di deterrente e al metodo di controllo introdotto.

Nel periodo che passa tra la prima e la seconda valutazione, cosa ha fatto Giuseppe Schirru? Il suo mestiere, continuando a segnalare sprechi e presunte truffe, senza soste. Lui lamenta di essere stato messo da parte perché diventato troppo ingombrante, la Asp di Messina lo lascia a casa sostenendo che sono cambiate le esigenze. Non servono più controlli? Qualcun altro sarà chiamato al posto di Schirru? E che fine faranno tutte le segnalazioni fatte?

E’ una storia che continueremo a seguire, per capire se e come si stia scegliendo l’illegalità e il malaffare e se sia più conveniente far pagare il conto a un lavoratore scomodo, piuttosto che andare a verificare e, quando necessario, intervenire per assicurare il rispetto della legge e l’interesse pubblico.

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