Vaccini Covid, ecco quanto proteggono

vaccini

Anche i vaccinati si contagiano e finisco in ospedale. A fare la differenza però, ancora una volta, sono i numeri. E a ben leggere gli ultimi dati diffusi dall’Istituto superiore di sanità (Iss), appare evidente l’effetto protettivo dei vaccini anti-Covid, anche nell’Italia in cui domina la variante Delta.

“E’ vero che chi è vaccinato si contagia o muore come chi non lo è? No!! Le popolazioni di riferimento sono molto diverse e il rischio cala molto nei vaccinati“, sintetizza con enfasi su Twitter l’Iss, forte dei dati dell’ultimo report esteso sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia, aggiornato all’8 settembre.

Intanto cominciamo col dire che “la letalità di Covid-19 cresce con l’aumentare dell’età ed è più elevata in soggetti di sesso maschile a partire dalla fascia di età 30-39 anni”. Inoltre “la maggior parte dei casi notificati negli ultimi 30 giorni in Italia” è stata diagnosticata “in persone non vaccinate”.

In base al report “si osserva una forte riduzione del rischio di infezione da virus Sars-CoV-2 nelle persone completamente vaccinate rispetto a quelle non vaccinate: 77% per la diagnosi, 93% per l’ospedalizzazione, 96% per i ricoveri in terapia intensiva e per i decessi”. Ma vediamo nei dettagli quanto proteggono i vaccini, e cosa cambia per chi è ‘a metà’ del ciclo vaccinale.

“L’efficacia complessiva della vaccinazione incompleta nel prevenire l’infezione è pari al 63% (95%IC: 62,7%-63,3%) – dettaglia il rapporto – mentre quella della vaccinazione completa è pari al 77,3% (95%IC: 77,1%-77,5%). Questo risultato indica che nel gruppo dei vaccinati con ciclo completo il rischio di contrarre l’infezione si riduce del 77% rispetto a quello tra i non vaccinati”. Quindi con i vaccini scende anche- ma non si azzera – il pericolo di contagiarsi.

“L’efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione – prosegue l’Iss – sale all’84,1% (95%IC: 83,5%-84,6%) per la vaccinazione con ciclo incompleto e al 93,4% (95IC%: 93,2%-93,7%) per quella con ciclo completo. L’efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari al 90,8% (95%IC: 89,5%-91,9%) per la vaccinazione con ciclo incompleto e pari al 95,7% (95%IC: 95,0%-96,2%) per quella con ciclo completo. Infine, l’efficacia nel prevenire il decesso è pari all’83,8% (95%IC: 82,6-84,9%) per la vaccinazione con ciclo incompleto e pari al 96,3% (95%IC: 95,9%-96,6%) per la vaccinazione con ciclo completo”.

Insomma, le bufale dispensate a piene mani da chi si professa contrario ai vaccini anti-Covid si scontrano con i numeri. “Il tasso di ospedalizzazione” per Covid-19 “negli ultimi 30 giorni” è “per i non vaccinati circa 9 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo (219,1 vs 24,5 ricoveri per 100mila abitanti)”. Sempre negli ultimi 30 giorni, “negli over 80 si osserva che il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei vaccinati con ciclo completo è ben 13 volte più basso dei non vaccinati (1,1 vs 14,8 per 100mila abitanti), mentre il tasso di decesso è 15 volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (76,2 vs 5,0 per 100mila abitanti)”, si legge ancora nel report.

“Negli ultimi 30 giorni – evidenzia il rapporto – si rileva come il 26% delle diagnosi di Sars-CoV-2, il 37,4% delle ospedalizzazioni, il 46,7% dei ricoveri in terapia intensiva e il 49,9% dei decessi negli over 80 siano avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino”.

Occhio, però, all’effetto paradosso, quello che ha portato nelle scorse settimane in molti a stupirsi di fronte ai dati diffusi da Israele (dove siamo alla terza dose di vaccini).

“Nel momento in cui le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, si verifica il cosiddetto effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra vaccinati e non vaccinati”, proprio “per via della progressiva diminuzione nel numero di questi ultimi”.

L’esempio più chiaro in Italia è quello dei ricoveri fra gli over 80, “dove la copertura vaccinale è intorno al 90%”. Ebbene, “il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo è pari a 1.019 mentre nei non vaccinati è più basso, pari a 638. Tuttavia, calcolando a partire da questi dati il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni“, questo risulta appunto nei non vaccinati 9 volte più alto che nei vaccinati a ciclo completo, (219,1 vs 24,5 ricoveri per 100.000 abitanti).

Per quanto riguarda i giovanissimi, “sebbene il dato non sia consolidato, nell’ultima settimana, poco più del 50% dei casi nella popolazione 0-19 anni si è osservata nella popolazione con età inferiore ai 12 anni“, fascia per la quale non sono ancora disponibili vaccini anti Sars-CoV-2.

L’apparente crescita del contagio fra i più piccoli potrebbe essere dovuta “a un aumento del numero dei tamponi in questa fascia di età, vista l’apertura della scuole materne e l’imminente inizio del nuovo anno scolastico per la scuola primaria e secondaria”, conclude l’Iss.

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