Covid, terza dose per 13% medici e sanitari

terza dose ospedale
Aboca banner articolo

Sono stati in prima linea quando Covid-19 colpiva più duro, sono stati tra i primi a ricevere il vaccino e, adesso, a fare il richiamo. Ma a che punto è la terza dose per gli operatori sanitari? A calcolarlo è la Fiaso, la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere: il 13% dei medici, infermieri e operatori in servizio negli ospedali e nelle strutture sanitarie ha ricevuto il richiamo.

Su un milione di dosi booster somministrate in tutta Italia, secondo l’analisi condotta da Fiaso sugli open data messi a disposizione dalla struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, circa 170mila sono andate a soggetti tra 20 e 60 anni che rappresentano per lo più la platea di personale sanitario, in tutto 1 milione 400mila unità, a cui è destinato il richiamo vaccinale.

“Le aziende sanitarie e ospedaliere sono impegnate al massimo per proteggere i professionisti e l’intero sistema. Da circa due settimane è partita la campagna di immunizzazione con la terza dose per gli operatori sanitari che sono stati i primi, ormai dieci mesi fa, a ricevere la vaccinazione e per i quali è previsto il richiamo che consente di rafforzare ulteriormente la risposta immunitaria. In alcune strutture si sta procedendo con la co-somministrazione del vaccino antinfluenzale e di quello contro Covid, una soluzione organizzativa che consente di ottimizzare le risorse e di garantire in una sola seduta vaccinale una doppia protezione. Circa il 13% del personale sanitario ha già ricevuto la dose booster, e si tratta per lo più di operatori ancora impegnati in prima linea nei reparti Covid dai pronto soccorso alle rianimazioni”, commenta Giovanni Migliore, presidente Fiaso.

“Le aziende continuano a dare massima priorità alla sicurezza delle strutture e degli ospedali e dei professionisti per limitare al massimo la circolazione virale: non solo vaccinazioni, green pass e uso di dispositivi di protezione individuale, ma anche test periodici per il personale sanitario. Ed è riconducibile proprio a questa esigenza di sicurezza il lieve aumento dello 0,7% di positività a Covid-19 registrato fra il personale sanitario, comunque in linea con quanto rilevabile nella popolazione generale, emerso dall’ultimo report di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità: la periodica somministrazione di tamponi per rilevare i casi di contagio ci consente di avere costantemente sotto controllo il quadro epidemiologico e di allontanare immediatamente i soggetti positivi, in linea con le indicazioni dell’Istituto superiore di sanità che raccomanda il capillare tracciamento e contenimento dei casi. È importante, tuttavia, sottolineare che i casi segnalati non sono accompagnati da alcuna sintomatologia e, nella gran parte dei casi, non danno seguito a malattia”.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.