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Green pass, caso Trieste e proroga stato di emergenza

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Gilead

Mentre i contagi da Covid-19 tornano a crescere in Italia – anche se i numeri che arrivano dagli ospedali non sono allarmanti – esplode il ‘caso Trieste‘: nella città dei ‘ribelli al green pass‘ negli ultimi giorni c’è stato un aggravamento della situazione, e il 1 novembre in Friuli Venezia Giulia è stata superata la soglia del 10% dei ricoveri in Terapie intensiva.

“La situazione di Trieste è la più preoccupante. Negli ultimi sette giorni la provincia ha evidenziato 801 contagi. Il tasso è a quota 350 casi su 100mila abitanti, il triplo rispetto al resto della regione”, hanno fatto sapere gli esperti, segnalando un cluster di 93 persone, tutti partecipanti alle manifestazioni no green pass.

Così proprio a Trieste si annunciano nuove chiusure. “Abbiamo già ragionato con il sindaco sulla possibilità di adottare provvedimenti che anticipino gli obblighi della zona gialla”, ha spiegato il prefetto di Trieste, Valerio Valenti. Se dunque le proteste contro il green pass sono destinate a cambiare volto, lo scontro si preannuncia durissimo: “Adesso basta raccontare stupidaggini”, ha tuonato il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, in un durissimo intervento. “Non mi fate paura, ho paura della pandemia, ho paura dell’economia che rallenta, delle persone che rallentano. Non ho paura di quattro scemi su internet. Stiamo facendo questa battaglia per evitare di chiudere”.

Intanto, anche guardando all’andamento della pandemia nei Paesi vicini, l’obbligo di esibire il green pass nella vita sociale e anche al lavoro accompagnerà potrebbe essere confermato anche nel 2022, almeno fino a marzo, ma più probabilmente fino all’estate. Come emerge oggi dalle pagine del ‘Sole 24 ore’ “in prospettiva il certificato verde secondo il Governo può essere ancora molto utile per tenere a bada il virus durante i più temibili mesi invernali”.

Ma l’Esecutivo punterebbe anche a estendere anche lo stato di emergenza, che si concluderà formalmente a fine 2021, dopo quasi due anni di proroghe. Tra due mesi, infatti, potrebbe essere necessario rinnovare ulteriormente lo stato di emergenza per tenere in piedi la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo per consentirgli gli acquisti di vaccini e farmaci (stanziati quasi 2 miliardi nella manovra) e procedere più facilmente con le terze dosi negli hub, oltre che per allungare la vita al Comitato tecnico scientifico.

Due passaggi – quello dell’estensione del pass e della proroga dello stato di emergenza – “che si annunciano difficilissimi per la maggioranza e l’Esecutivo, una vera e propria forca caudina, visto che sarà obbligatorio passare per il Parlamento. Se il governo sceglierà di utilizzare lo stato d’emergenza anche nel 2022 dovrà infatti farlo con una norma primaria, non potendo più
prorogare quello attuale con un semplice passaggio in consiglio dei ministri. E stavolta l’approdo in Parlamento potrebbe far salire molto le fibrillazioni all’interno della maggioranza che sostiene l’Esecutivo”.

Il ministro della Salute Roberto Speranza anticipa che il governo sarebbe
pronto a decidere di rinnovare “senza timore” se dovesse esserci la necessità, ma di tutt’altro avviso è il leader della Lega Matteo Salvini: da giorni chiede di chiudere con il 2021 l’esperienza del green pass. Insomma, tra le forze di governo non c’è unanimità.

E dunque gli ultimi mesi del 2021 si preannunciano davvero caldi sul fronte di una pandemia che non ha mollato la presa, nonostante 46.636.798 italiani abbiamo fatto almeno una dose di vaccino (86,35% della popolazione over 12) e 44.799.366 (ovvero l’82,95% degli over 12) siano stati immunizzati contro Covid-19. Di certo, però, l’andamento è molto diverso da quello registrato nell’autunno di un anno fa.

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