Da Covid la spinta verso una sanità europea

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Resteranno solo parole, oppure da Covid-19 è arrivata la spinta decisiva per un’Europa davvero unita in difesa della salute dei suoi cittadini?

La crisi Covid “ci consegna una verità con cui dovremo fare i conti: le politiche per la salute non possono essere considerate solo come politiche nazionali, ma come politiche che hanno bisogno di scelte e indirizzi che non possono che essere sovranazionali. In questo senso l’idea di una sanità comune europea credo vada nella direzione giusta”, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al convegno “L’Italia e l’Europa: il futuro dei sistemi sanitari dopo la pandemia”, organizzato dalla Fondazione Italia in Salute.

Non è la prima volta, per Speranza. Ma (naturalmente) una sanità comune europea comporta una piccola rivoluzione, e una cessione di sovranità. “Gli Stati nazionali dovrebbero cedere un pezzo di sovranità per ottenerne poi uno di livello più alto. Nella storia le crisi hanno spesso creato le condizioni per dei salti di paradigma che prima non erano immaginabili. Dobbiamo avere il coraggio di muoverci in questa direzione”. Una fida non da poco per un’Europa che fa i conti con la crisi ai confini polacchi e dove si torna a parlare di muri.

Però resta un fatto: la salute, ce lo ha insegnato la pandemia, è una priorità. Senza salute anche l’economia rischia. “L’altra lezione – ha aggiunto non a caso Speranza – è che dobbiamo investire di più sui nostri Servizi sanitari nazionali, in Italia abbiamo già iniziato a farlo. Sul Fondo sanitario nazionale nel 2019 abbiamo aggiunto 2 miliardi di fondi, nel 2020 siamo arrivati a 10 miliardi, nel 2021 con il Pnrr siamo a 20 miliardi e nel 2024 arriveremo a 128 miliardi di euro. E’ il salto più grande di investimenti mai visto sul Fsn. La stagione del Covid ha cambiato le priorità e finalmente dopo tanti anni si capisce e a livello mondiale che le politiche della salute sono il primo ambito su cui mettere le risorse, anche per la tenuta economica. Un Ssn forte non è un costo, ma è qualche che ha ricadute positive su tutta la società, è l’unica premessa possibile per fare ripartire i cicli economici e produttivi”.

Insomma, ci aspettano mesi decisivi. “Siamo a un passaggio cruciale della storia del Ssn in Italia e contemporaneamente è cruciale quanto sta avvenendo in Europa. Il tempo – ha detto il ministro – è questo, ora c’è davvero la consapevolezza per capire di quanto ci sia bisogno di quella Europa della Salute di cui parla la presidente Von der Leyen. Penso che questo sia il momento giusto per fare la svolta di cui c’è bisogno, in Italia e in Europa. L’Unione europea della Salute è la vera risposta ai problemi di oggi e a quelli di domani”.

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