Se l’inquinamento domestico fa salire la pressione

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L’esposizione ad alcune sostanze chimiche che si possono ritrovare nelle nostre case può provocare un aumento della pressione arteriosa. È quanto suggerisce uno studio presentato al congresso dell’American Heart Association, che individua in particolare come i colpevoli l’acroleina, la crotonaldeide e lo stirene. Si tratta di composti organici volatili rilasciati dal fumo di sigaretta, ma anche dalle plastiche che ci circondano e da una serie di prodotti per la casa.

“L’acroleina è un noto cardio-tossico – spiega Katlyn E. McGraw, della Mailman School of Public Health, presso la Columbia University di New York – mentre lo stirene sembra associato in particolare all’ipertensione diastolica; altri studi hanno evidenziato che sia l’acroleina che la crotonaldeide hanno degli effetti sui vasi sanguigni”.

I composti organici volatili  (Voc) sono sostanze gassose rilasciate ad esempio da prodotti di pulizia per la casa, vernici, sigarette, gas di scappamento delle auto, pesticidi. E rappresentano soprattutto insidie casalinghe, in quanto la loro concentrazione è molto più elevata indoor, che all’esterno. L’esposizione a queste sostanze è stata messa in correlazione con alterazioni irritative a carico di gola, naso e orecchio, con la comparsa di cefalea e nausea, ma anche con danni a carico del sistema nervoso e addirittura con alcuni tumori.

Dal canto suo, l’esposizione alle polveri sottili (il cosiddetto particolato), come quelle del traffico veicolare, rappresenta un noto fattore di rischio per malattie cardiovascolari. Ma prima dei risultati di questo studio, non era noto l’impatto per la salute del cuore dell’esposizione ai Voc ‘non particolato’.

La ricerca appena presentata al congresso dell’Aha ha esaminato l’associazione tra esposizione ai composti organici volatili e pressione arteriosa tra 778 non-fumatori arruolati nel Jackson Heart Study, condotto tra i residenti di colore del Mississippi. I ricercatori sono andati a determinare, nelle urine dei partecipanti, la presenza di metaboliti derivanti dall’esposizione a 17 Voc diversi.

La presenza dei metaboliti dell’acroleina e della crotonaldeide sono risultati associati a un aumento di pressione sistolica (rispettivamente di 1,5 mmHg e di 1,1 mmHg), mentre i metaboliti dello stirene, ad un aumento della diastolica (0,5 mmHg). Le alterazioni pressorie indotte da crotonaldeide e da stirene erano rilevabili solo nei maschi.

“Può sembrare poca cosa – ammette il professor Joel Kaufman epidemiologo della Washington University – se riferito ad una singola persona; ma la cosa cambia se si considera questa associazione da una prospettiva di comunità, perché le popolazioni esposte ad elevati livelli di Voc avranno un maggior rischio di infarti, ictus e insufficienza renale, a causa di un aumento della pressione arteriosa, rispetto alle comunità non esposte a queste inquinanti”.

Si tratta di uno studio osservazionale, che non può dunque fornire una risposta circa i meccanismi attraverso i quali l’esposizione ai Voc andrebbero a determinare un innalzamento della pressione, ma questi risultati rappresentano di certo un alert, un segnale d’allarme.

“Il fatto che i Voc che respiriamo siano così diffusi – conclude la Mc Graw – sottolinea una volta in più l’importanza di ridurre la nostra esposizione a queste sostanze, in tutti i modi possibili. Ad esempio non bisogna consentire che le persone fumino in casa; si può cercare inoltre di ridurre l’impiego al chiuso dei prodotti contenenti questi Voc o, se necessario, di utilizzarli avendo cura di spalancare le finestre o accendendo l’aspiratore del bagno per migliorare la ventilazione “.

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