Prevenzione, Italia al top in Ue ma il Sud arranca

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Attenzione, i dati sono ‘vecchiotti’, ma dalla lente dell’Istat emerge un’Italia virtuosa in fatto di prevenzione, settore in cui registra livelli superiori alla media europea. Con un gap ancora da superare al Sud.

E’ il quadro generale tracciato dal rapporto Istat ‘Prevenzione e fattori di rischio per la salute in Italia e in Europa’ che però si riferisce al 2019, prima della crisi pandemica, periodo in cui gli indicatori di prevenzione per la popolazione adulta in Italia risultavano in miglioramento.

L’indagine indica che il 70,9% delle italiane 50-69enni avevano fatto un controllo mammografico negli ultimi 2 anni (65,9% la media Ue a 27). Ma con molte differenze: al Nord quote elevate simili a quelle della Danimarca, al Sud e nelle Isole valori bassi, poco sopra quelli dei Paesi dell’Europa dell’Est.

Tra i vari fattori di rischio, nell’Ue 27 l’Italia conferma livelli molto bassi di obesità e una percentuale minore di fumatori abituali. Resta però ancora troppo contenuta la quota di adulti che fanno attività fisica secondo i livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità per migliorare le condizioni di salute.

Ecco alcune cifre: si attesta al 36,3% la quota di 50-69enni che avevano fatto almeno un controllo negli ultimi 2 anni per il cancro al colon-retto, 52,6% nel Nord-est, 19,6% al Sud. E’ invece del 64% la percentuale di ragazzi di 5-17 anni che eccedono in abitudini sedentarie (per 7 ore o più al giorno). E sono 2,4 milioni le persone di 15 anni e più che consumano ogni giorno bevande zuccherate, il 5,5% del totale, mentre è di 9,1% la media Ue 27.

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