Corsa al tampone, Covid unisce e divide

coronavirus

Domenica 26 dicembre. Tre ore in fila per un tampone rapido di fronte a una farmacia romana, in viale Trastevere. Sono uno spazio di tempo in cui si infilano tante cose.  I numeri impietosi di un contagio che cresce a vista d’occhio – più di 20 positivi in una sola mattina, fino a ieri erano 2 o 3 in una giornata – e un miscuglio di esperienze che ruotano intorno a Covid e che mettono insieme persone preoccupate, no vax, atti di solidarietà e atti di profonda inciviltà.

I farmacisti non si fermano mai, gestiscono file, cercano di rispondere a tutti, resistono agli attacchi scomposti e maleducati di chi li tratta come una parte della malattia quando sono il primo presidio, un argine che tiene nonostante una pressione sempre più forte. C’è chi ha la febbre e non dovrebbe essere lì, chi protesta perché deve aspettare il suo turno, chi non riesce a tenere la mascherina neanche di fronte a una tenda in cui evidentemente il virus circola più che altrove.

A intervalli regolari, la farmacista più energica esce e cerca di portare un minimo di ordine: “Lo capite che c’è sempre più Covid, lo capite che vi dovete distanziare?”. Ogni tanto la tensione sale. “Non fate neanche i molecolari, ma che ce state a fa’?”. “Guadagnate sulla pelle mia, ve sto a paga’ lo stipendio”. “So’ positivo? E chi me lo dice che c’hai ragione?”. Difficile fare finta di niente. Ci sono anche le persone che rispettano la fila, che fanno passare avanti gli anziani, che cercano di aiutare chi lavora. Sono loro a intervenire per difendere il diritto a far funzionare un servizio essenziale.

Covid unisce tutti quando presenta il conto, dai rischi alla malattia, ma continua a dividere e a marcare differenze: da una parte chi si muove seguendo le regole, dall’altra chi fa di tutto per renderle inutili.

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