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Pet-economy da 3,5 mld di euro in Italia, l’effetto Covid

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Se in pieno lockdown portare a spasso il cane è stata un’ottima scusa per uscire, cosa è cambiato in questi mesi, e quanto gli aumenti dei prezzi e le difficoltà legate agli anni di pandemia Covid hanno influito sul rapporto fra italiani e animali domestici?

“L’Italia è un Paese pet friendly: siamo primi in Europa come numero di pet pro capite, oltre 62 milioni di animali domestici. E negli ultimi mesi la presenza di animali nelle case degli italiani è cresciuta, così come la spesa per il proprio pet”. A testimoniarlo a Fortune Italia è Giovanna Salza, Ceo e founder di Ca’ Zampa, primo gruppo in Italia a offrire servizi a tutto tondo per il benessere del pet, un po’ sul modello dei grandi centri americani o del Nord Europa, come Pets at home.

Giovanna Salza Ca' Zampa
Giovanna Salza

Se, infatti, catene come Arcaplanet e Maxi-Zoo sono specializzate in alimenti e prodotti per la cura del pet (sulla fusione è ancora in corso un’istruttoria Agcm), e Giulius pet-shop spazia dall’alimentare a prodotti per la cura e il benessere degli animali domestici, parafarmaci, attrezzature medicali e altri beni altamente specialistici, Ca’ Zampa è una rete di centri veterinari che offre tutti i servizi legati al benessere integrato dei pet: servizi veterinari, di toelettatura, educazione e addestramento, fisioterapia, degenza, alimentazione e prodotti per il benessere. 

“In Italia parliamo di un mercato da oltre 3,5 miliardi di euro di fatturato, in crescita, trainato da cani e gatti, che sono gli animali intorno ai quali c’è la maggior spesa”, sottolinea Giovanna Salza.

Oggi si stima che i cani e gatti registrati nel nostro Paese “siano 16,5 mln, quindi il 39% degli italiani ha un cane o un gatto in famiglia. E si stima che 1 milione di nuove famiglie abbia adottato un cane o un gatto per la prima volta dall’inizio della pandemia Covid. Questo vuol dire che ci sono proprietari che hanno scelto di prendere un pet in questi ultimi due anni. Inoltre più del 50% dei proprietari in Italia adotta il proprio cane o gatto: non va da un allevatore o al pet shop per scegliere il suo cucciolo, preferendo il canile o il gattile, un’associazione o i social media. Questa secondo me è la dimostrazione di una scelta consapevole e responsabile“.

Ma come sono cambiate le esigenze in pandemia? “In generale è cambiata la nostra vita – riflette Salza – che è diventata più stanziale. Stiamo più tempo in casa e condividiamo con il pet un tempo maggiore. Anche le aspettative che si hanno per il proprio animale sono aumentate. Oltretutto la componente sociale si è molto ridotta negli ultimi mesi, così per molti il pet diventa un compagno di vita. Sul quale investiamo più attenzioni e risorse”.

Già secondo l’Eurispes 1 italiano su 3 considerava il proprio pet come un figlio, e allora non stupisce che la spesa per gli animali domestici sia del 50% più alta rispetto a quella per l’infanzia: 949 milioni annuali per cani e gatti, contro 633 milioni per i bambini (Nielsen).

“La pet-economy a livello mondiale ha avuto uno degli impulsi di crescita più significativi”, conferma l’esperta. E questo si è visto sia per l’alimentazione (che ha registrato un aumento a doppia cifra, intorno al 20%), sia per il comparto dei prodotti per l’igiene, o per il gioco. Per quanto riguarda salute e veterinaria abbiamo registrato una evoluzione del profilo dei proprietari. A occuparsi dell’animale domestico sono ancora prevalentemente le donne, ma sono aumentati i proprietari giovani e senza figli, più inclini a soluzioni smart e alla prevenzione”.

E proprio questo cambio di paradigma – mantenere in salute l’animale – ha portato Ca’ Zampa a scommettere su soluzioni di telemedicina per pet. “Ci siamo resi conto che in realtà, per questa crescente umanizzazione dell’animale domestico, i proprietari sono pronti, e anzi sono più avanti rispetto all’offerta”. Così il gruppo ha brevettato una piattaforma di telemedicina che consente di triangolare proprietario, veterinario e animale domestico, attraverso una sorta di ‘collare intelligente’ che monitora una serie di parametri vitali dell’animale.

Le informazioni, spiega Salza, vengono  analizzate insieme alle altre presenti in cartella clinica e ad una serie di dati ambientali (pensiamo solo alla temperatura). “Questo consente di segnalare attraverso una app al proprietario una serie di indicazioni per migliorare la gestione della salute del pet, attraverso alert che evidenziano eventuali problemi. Ma gli stessi dati arrivano anche al veterinario, che è in grado di dare ulteriori indicazioni al proprietario”. Quindi telemedicina, ma anche telemonitoraggio. “Il progetto sta per partire in Italia con una fase di implementazione su 500 cani”, spiega la manager.

Ca’ Zampa oggi conta “9 strutture in tutto il Paese e circa 160 persone, tra dipendenti e professionisti. Ma, grazie alla partnership con G Square, abbiamo altre 5 o 6 strutture in apertura. E l’ambizione è quella di crescere molto nei prossimi 3 anni”, conclude Salza.

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