Covid in Italia, -36% i bambini in ospedale

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Sono molto positive le notizie che arrivano dagli ospedali sentinella della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) su Covid-19. La quarta ondata si conferma infatti in ritirata, si allenta la pressione sulle strutture sanitarie e, per la prima volta, il report segnala la netta riduzione dei ricoveri dei bambini per Covid: -36%. 

Nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali sentinella il 57% dei piccoli pazienti ha tra 0 e 4 anni (per loro non c’è la possibilità di fare il vaccino), il 23% tra 5 e 11 anni, il 20% tra 12 e 18 anni. In particolare i neonati, da 0 a 6 mesi, costituiscono il 19% del totale e il 31% ha entrambi i genitori non vaccinati.

In generale, inoltre, il numero dei ricoveri Covid nel nostro Paese è sceso del 12%. Se però nei reparti ordinari la diminuzione dei pazienti sé dello 12,6% nelle terapie intensive, dove una settimana fa c’era stata una significativa riduzione del 25%, il calo è stato molto più lieve (3,8%). Inoltre la flessione si conferma più importante negli ospedali del Nord, dove i ricoveri sono diminuiti del 14%, contro il -10% nelle strutture del Centro e il -12% nel Sud e nelle isole.

La Fiaso continua a segnalare la presenza dei ricoverati “con Covid”, ovvero pazienti con infezione accertata da Sars-Cov-2 ma senza segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare: sono arrivati in ospedale per curare altre patologie e costituiscono il 42% del totale. Una tipologia di pazienti in aumento adesso anche in terapia intensiva: 28% (la settimana scorsa 23%). Si tratta per il 44% di pazienti con malattie croniche (diabete, malattie respiratorie, cardiopatie ecc.) in fase di scompenso, per il 20% di ricoveri per ischemia o emorragie del cuore o del cervello e per i restanti casi di traumi e interventi chirurgici indifferibili.

Di contro, i pazienti “per Covid” nelle terapie intensive sono il 72%, spesso (78%) non vaccinati o comunque in ritardo rispetto alla tempistica delle tre dosi. “I numeri sono in progressivo calo ma l’epidemia non è ancora finita – avverte il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore – Il virus, pur essendo meno aggressivo e non provocando gravi conseguenze grazie all’alta copertura vaccinale, circola ancora largamente tra la popolazione e prova ne è l’alto numero di pazienti che arrivano in ospedale per curare altre patologie ma vengono trovati positivi al tampone pre-ricovero, per questo occorre ancora grande prudenza”. In ogni caso, dopo la fine della quarta ondata, occorrerà rivedere l’organizzazione delle cure. Così Fiaso torna a chiedere una strategia ad hoc per affrontare il prossimo autunno.

“A distanza di due anni, abbiamo ancora uno sguardo rivolto alla pandemia con la quarta dose per i fragili e tumorali, ma negli ospedali l’obiettivo su cui stiamo lavorando è riprendere in carico le patologie croniche e rimettere al centro la prevenzione”, raccomanda Carlo Nicora, vice presidente Fiaso e direttore dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Ormai le stime dei controlli e degli screening saltati per Covid è impressionante. E il rischio è quello di trovarsi ad affrontare l’ondata delle patologie ‘messe da parte’ in pandemia.

 

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