Taylor (Novavax): Pronti a produrre 2 mld di dosi vaccino nel 2022

Novavax
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Sono appena arrivate in Italia – e sono già state somministrate nei pazienti – le prime dosi del quinto vaccino anti-Covid autorizzato nell’Unione europea: Nuvaxovid (ricombinante, adiuvato). Si tratta del primo anti-Covid a base proteica autorizzato in Ue, e la scommessa è che contribuisca (finalmente) a convincere i tanti indecisi. Una ‘mission impossibile’? Non proprio, secondo l’azienda. Che si è organizzata per venire incontro a numeri importanti.

“La nostra capacità produttiva per il 2022 è di 2 miliardi di dosi di vaccino“, spiega a Fortune Italia Silvia Taylor, senior vicepresident Global Corporate Affairs di Novavax, che alla domanda sulla possibilità di convincere gli ‘esitanti’ risponde con un sorriso: “Devo dire che noi in effetti lo pensiamo e lo speriamo: con Covid-19 abbiamo visto pazienti più informati rispetto a quello che accade di solito. Nuvaxovid ha dimostrato un’efficacia elevata, un rassicurante profilo di sicurezza e tollerabilità e, anche se il nostro approccio è innovativo e consente di utilizzare una dose relativamente bassa di antigene, questo prodotto è realizzato su una piattaforma vaccinale a base di proteine ​​ben nota e utilizzata per altri vaccini da decenni, a differenza di quanto accade per i prodotti a mRna. Dunque speriamo davvero che possa convincere gli indecisi: sappiamo che ci sono persone che hanno aspettato il nostro vaccino“.

“Nei trial clinici – ricorda la manager – Nuvaxovid ha dimostrato un’efficacia del 90% nel ridurre la malattia grave. Ecco, noi sappiamo che anche il proprio il profilo di sicurezza e tollerabilità è uno dei fattori che motiva la scelta dei cittadini”. Secondo le stime sono 4,9 mln gli italiani attualmente non protetti da Covid-19. Ebbene, anche se bisognerà attendere qualche giorno, il record di prenotazioni registrato nel Lazio lascia ben sperare.

Quanto alla manager, lei non ha aspettato: “Avrei voluto – ci confida – ma devo dire che mi sono vaccinata contro Covid appena è stato possibile. Sono convinta dell’importanza della vaccinazione contro Covid-19 per proteggere me stessa e le persone care. Così ho fatto prima J&J e poi un booster con Pfizer”.

Ma quante dosi arriveranno in Europa e in Italia? Se ne nostro Paese è appena ‘sbarcato’ il primo milione di vaccini, “Novavax e l’Unione europea hanno un accordo di acquisto anticipato per 100 milioni di dosi, con l’opzione per ulteriori 100 milioni di dosi, quindi fino a 200 milioni  in totale. Durante il secondo trimestre, Novavax ha ricevuto ordini dall’Ue per un totale di 69 milioni di dosi” di vaccino, precisa Taylor. Che ribadisce: “La nostra capacità produttiva per il 2022 è di 2 miliardi di dosi di vaccino”.

Silvia Taylor Novavax

Le dosi, spiega la manager, partono dai Paesi Bassi e arrivano nei diversi Stati dell’Unione. Se per la distribuzione l’azienda ha scelto UPS Healthcare, bisogna dire anche che “noi portiamo i vaccini nei Centri indicati dai singoli Paesi, che poi si incaricano di distribuirli sul territorio”. Per l’Italia la ‘base’ è Pratica di Mare. “Abbiamo scelto UPS Healthcare per la loro capacità nella gestione di materiali biologici a bassa temperatura, ma devo dire che il nostro vaccino, a differenza degli altri autorizzati fino ad ora, non richiede temperature estreme: si conserva tra 2-8 gradi Celsius e dunque non richiede super freezer. Questo può semplificare trasporto e distribuzione”, sottolinea Taylor.

Il prodotto Novavax arriva in formulazione liquida pronta in fiale da dieci dosi. Il regime vaccinale prevede due dosi da 0,5 ml somministrate per via intramuscolare a distanza di 21 giorni l’una dall’altra. Le dosi iniziali sono state prodotte dal partner di Novavax, Serum Institute of India, “il più grande produttore mondiale di vaccini per volumi”.

Quanto ai costi, “Novavax – aggiunge Taylor – ha siglato un accordo con la Commissione Europea e non possiamo dare dettagli ulteriori, ma posso dire che il prezzo è in linea con quello” degli altri prodotti anti-Covid autorizzati.

Se finora il prodotto è accessibile solo gli over 18, l’azienda ha da poco consegnato alle autorità regolatorie i risultati del trial sui ragazzini di 12-17 anni. “I dati di efficacia sono analoghi a quelli registrati negli over 18 e il vaccino è risultato molto ben tollerato. Fra gli effetti collaterali, in genere di breve durata, dolore al braccio e mal di testa. Riteniamo che proprio il profilo di efficacia e sicurezza renderà il nostro vaccino utile nella popolazione pediatrica e ci aspettiamo che, una volta autorizzato, possa diventare un’opzione per gli adolescenti già da quest’anno“. L’azienda sta portando avanti anche trial sui bambini più piccoli. “Noi crediamo nel nostro vaccino – conclude Taylor – e pensiamo che proprio il suo profilo di sicurezza possa renderlo particolarmente interessante”.

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