Lavoro, il modello delle 8 ore sta finendo. E non è un bene

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Gli impiegati da remoto non lavorano più solo dalle 9 alle 17: sempre più persone si connettono anche da casa e lavorano fino a tarda notte. E questo sembra preoccupare Satya Nadella, Ceo di Microsoft. La scorsa settimana, alla Wharton Future of Work Conference, ha affermato che spetta ai manager stabilire aspettative ragionevoli per i propri team, quindi nessuno si deve sentire obbligato a rispondere a un’email o a finire un incarico dopo cena.

Nel tentativo di migliorare il software Teams per soddisfare maggiormente le necessità degli utenti, Microsoft ha studiato la frequenza con cui i lavoratori vi accedono, monitorando l’attività delle tastiere. Durante una giornata lavorativa standard, la produttività in genere raggiunge il picco nelle ore prima e dopo il pranzo. Ma durante la pandemia, i ricercatori hanno scoperto che un impiegato su tre ha iniziato a raggiungere un “terzo picco” di produttività nelle ore serali, tra le 18 le 22.

“Pensiamo alla produttività prendendo in considerazione la collaborazione e le metriche di output, ma il benessere è uno degli elementi più importanti della produttività“, ha affermato Nadella durante la conferenza, come riportato da Bloomberg. “Sappiamo cosa fa lo stress ai lavoratori. Dobbiamo imparare a sviluppare competenze trasversali, buone pratiche di gestione vecchio stile, in modo che le persone si prendano cura del loro benessere”.

La giornata lavorativa media è aumentata di 46 minuti, ovvero del 13%, dall’inizio della pandemia, secondo il Work Trend Index di Microsoft. Inoltre, l’utente medio di Teams ora invia il 42% in più di messaggi dopo l’orario di lavoro.

Per molti lavoratori, in particolare quelli con bambini, è più facile accedere la sera per svolgere un lavoro extra, afferma nel rapporto Mary Czerwinski, responsabile della ricerca sulla comprensione umana e l’empatia presso Microsoft Research. “I genitori che si prendono cura dei figli nel pomeriggio recuperano quel tempo lavorando la sera. Altri ottimizzano la ritrovata flessibilità del lavoro da qualsiasi luogo modificando l’orario di lavoro. Alcuni chiedono solo un momento di respiro nelle ore notturne, lontano da notifiche e chiamate di lavoro, per concentrarsi davvero”.

La flessibilità è diventata fondamentale durante la pandemia e lo smart working la pietra angolare di molti annunci di lavoro. Dati recenti di Future Forum, un consorzio di ricerca lanciato da Slack, hanno rilevato che il 95% dei knowledge worker desidera gestire autonomamente le proprie disponibilità.

Questo fenomeno del “terzo picco” potrebbe essere il risultato di questi nuovi orari flessibili. Invece di scoraggiare apertamente le email a tarda notte, i manager dovrebbero dare ai dipendenti lo spazio per determinare quale tempistica funziona meglio per ciascuno di loro, purché non si aspettino risposte alle loro email a tarda notte.

“Il ‘terzo picco’ dovrebbe essere un’opzione disponibile per le persone che ne hanno bisogno, ma la sfida per il futuro è: come possiamo assicurarci che le persone non lavorino 24 ore su 24, 7 giorni su 7?” afferma Shamsi Iqbal, ricercatore specializzato in produttività e intelligence presso Microsoft Research e Microsoft Viva Insight. “Se le persone lavorano in tutti e tre i picchi, stanno andando dritti veros il burnout precoce“.

I momenti di pausa sono essenziali per la produttività e il benessere, afferma Iqbal. Sono anche un modo per garantire la pianificazione di email e messaggi istantanei a tarda notte in modo da non disturbare i destinatari, al di fuori di orari di lavoro standard.

“Le persone spesso inviano email a orari strani perché non vogliono perdere la concentrazione, ma i messaggi di posta non devono necessariamente arrivare immediatamente al destinatario”, afferma Iqbal. “Ritardare la consegna di quell’email significa trovare il punto di incontro fra entrambe le esigenze, da una parte quella di chi rischia di perdere il momento giusto per inviare il messaggio, dall’altra assicurandoci che il destinatario lo riceva nel momento a lui più conveniente”.

L’articolo originale è su Fortune.com.

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