Nuova sede per AstraZeneca che scommette sull’Italia

AstraZeneca
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AstraZeneca punta sull’Italia. L’azienda farmaceutica, che inaugura ufficialmente la nuova sede a Milano, nel 2023 raddoppierà i posti di lavoro rispetto al 2020. La sua nuova sede si trova nel Mind – Milano Innovation District, che sorge nella area del capoluogo lombardo in cui si è svolta nel 2015 l’Expo. Una scelta che fa dell’azienda farmaceutica anglo-svedese la prima fra quelle del privato a trasferirsi nel distretto più importante di innovazione per il settore Life Science.

Notevole anche l’impegno in ricerca e posti di lavoro. AstraZeneca ha infatti confermato il piano di raddoppiare nel triennio 2020-2023 gli investimenti in Ricerca clinica portandoli a 48 milioni di euro, l’impatto generato sul Pil con una previsione di 2 miliardi euro e l’occupazione con 6.000 posti di lavoro attivati.

“AstraZeneca – sottolinea il presidente e amministratore delegato di AstraZeneca Italia, Lorenzo Wittum – conferma il suo impegno come partner strategico per il Paese e per il Territorio. Il nostro piano per il triennio 2020-2023 continua: abbiamo più di 118 studi clinici in corso in 500 centri distribuiti su tutto il territorio nazionale e abbiamo 200 assunzioni previste entro il 2022. Continueremo a lavorare in questa direzione – prosegue Wittum – in sinergia con centri di Ricerca, università, start up, aziende private e Istituzioni pubbliche. E proprio per questo ci siamo trasferiti a Mind, con la volontà di integrarci in quello che è un luogo ideale per accelerare la nostra strategia di crescita”.

La farmaceutica è un “settore strategico che guarda al futuro”, che “richiede continui investimenti e che il Governo, e in particolare il ministero dello Sviluppo economico, hanno voluto in qualche modo supportare e incentivare”, ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti, in un videomessaggio inviato in occasione dell’inaugurazione della nuova sede al Mind. “Eventi come questo”, ha sottolineato, mostrano che c’è “la volontà comunque di investire, di essere presenti, di ricercare nuove soluzioni soprattutto in un settore come quello farmaceutico che ha avuto chiaramente in questi anni un grande sviluppo, specialmente nel settore biomedicale”.

E’ un settore, ha aggiunto, “dove dobbiamo essere presenti, dove l’intelligenza, la ricerca italiana deve essere messa a frutto, naturalmente nel legittimo interesse dei privati che investono ma anche a beneficio di tutta la collettività. Il Governo con il Pnrr”, Piano nazionale di ripresa e resilienza, “ha stanziato cifre molto significative per promuovere gli ecosistemi di innovazione, per quanto ci riguarda di tipo industriale”. Per l’occasione Giorgetti ha voluto evidenziare “l’importanza degli ecosistemi, laddove in un circolo virtuoso di relazioni si possa essere protesi verso la frontiera tecnologica, la ricerca, l’innovazione che produce poi inevitabilmente anche la dinamica imprenditoriale fruttuosa. In Mind – osserva il ministro – questo può concretamente avverarsi”.

“La presenza di AstraZeneca”, ha commentato Igor De Biasio, amministratore delegato di Arexpo, “è un segnale straordinario, testimonia che con Mind si sta realizzando un distretto dell’innovazione all’avanguardia a livello internazionale”.

“Gli investimenti in Italia di aziende innovative del settore farmaceutico – ha evidenziato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa – generano effetti positivi per l’intero Paese e la condivisione di know how ed esperienze diverse all’interno degli ecosistemi dell’innovazione come Mind amplificano ulteriormente il valore generato. L’impegno del Governo è quello di valorizzare queste esperienze e favorire la cooperazione pubblico-privato per migliorare l’accesso universalistico all’innovazione farmacologica. Non si può crescere senza ricerca”.

Proprio il contributo di AstraZeneca al sistema Paese è oggetto di un report realizzato da The European House – Ambrosetti, che sintetizza i 4 capitali attraverso i quali l’azienda introduce valore: economico, sociale, cognitivo e ambientale.

“Anche per la nostra Regione”, ha rilevato il presidente della Commissione III Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia Emanuele Monti, “sono fondamentali le aziende che decidono di investire in ricerca e innovazione”.

Gli investimenti importanti per l’azienda non sono soltanto in ricerca & innovazione, ma anche nel capitale umano. Le oltre 200 assunzioni previste nel 2022 porteranno a raggiungere i 1000 dipendenti entro la fine di quest’anno, continuando a incentivare una politica che premia l’assunzione dei giovani anche al termine del periodo di stage e a promuovere la parità di genere tra gli assunti. AstraZeneca impiega il 72% di laureati nella propria forza lavoro: una quota superiore di quasi 20 punti percentuali alla media del settore e più che tripla rispetto alla media del Paese.

La ricerca contro Covid-19 – L’azienda è stata, con alterne vicende, fra i protagonisti anche dell’epoca Covid. Ma attualmente non è in programma l’uscita di un vaccino anti-Covid targato AstraZeneca e ‘adattato’ per la variante Omicron di Sars-CoV-2, ha detto Lorenzo Wittum. In questo momento piuttosto, ha chiarito, “la nostra focalizzazione è sull’anticorpo monoclonale” Evusheld per la prevenzione di Covid-19 “perché crediamo possa essere una grande soluzione per tutti coloro che hanno gravi patologie e non riescono a sviluppare anticorpi”. Quanto al vaccino Vaxzevria, ne “abbiamo distribuito negli ultimi 14 mesi circa 3 miliardi di dosi  in tutto il mondo. Attualmente non abbiamo più un contratto con l’Europa, ma ci sono dei contratti nel resto del mondo”.

Quanto al farmaco, dall’Italia “sono state acquistate 20 mila dosi” del mix di anticorpi monoclonali per la prevenzione di Covid, Evusheld. “E in questo momento stiamo lavorando con le Regioni per accelerare la possibilità di fare arrivare concretamente ai pazienti questo anticorpo”. Un prodotto “per la profilassi dei pazienti che non riescono a sviluppare anticorpi” contro Sars-CoV-2 “dopo le prime dosi del vaccino. Questo è importante perché c’è una grande quantità di pazienti che purtroppo non sono coperti e sono pazienti immunocompromessi che è fondamentale proteggere. L’anticorpo è già approvato dall’agenzia europea del farmaco Ema e dall’italiana Aifa, i trattamenti sono iniziati e ogni settimana Aifa pubblica il numero di quelli avviati”.

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