Mamme e latte artificiale, stop al far west digitale

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Non è passato inosservato il duro j’accuse dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sul business del latte artificiale. Un prodotto che produce nel mondo un giro d’affari di 52 miliardi di dollari.

Il report pubblicato qualche settimana fa stigmatizza forme di digital marketing e social marketing che sfruttano i nuovi canali digitali per veicolare messaggi promozionali che tenderebbero ad aggirare quanto previsto dal “Codice internazionale per il marketing dei sostituti del latte materno”. Ebbene, questa volta entrano in campo neonatologi e pediatri, chiedendo una regolamentazione in Italia del marketing digitale sul latte artificiale.

“È noto che l’esposizione da parte delle donne e delle famiglie alla pubblicità correlata alla commercializzazione delle formule lattee determina un’attitudine più positiva nei loro confronti e un bisogno percepito (anche se non fondato) di far ricorso al latte di formula. Questo può far si che la donna, in momenti di difficoltà e disagio si orienti con maggior facilità ad abbandonare l’allattamento al seno. Il marketing digitale, favorito dalla pandemia degli ultimi 2 anni, sta ora divenendo dominante, rispetto ad altre forme, tradizionali di pubblicità”, sottolineano Luigi Orfeo, presidente Società Italiana di Neonatologia (Sin), Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip), Riccardo Davanzo, presidente della Commissione allattamento della SIin (Comasin) e Guglielmo Salvatori, coordinatore del Tavolo Allattamento della Sip (Tasip).

Ll’Organizzazione Mondiale della Sanità in aprile ha lanciato il suo allarme, pubblicando un documento che stigmatizza il ruolo che il marketing digitale senza controllo o regolamentazione ha a livello globale nel pubblicizzare il latte artificiale.

“Le aziende, infatti, stanno attualmente utilizzando mezzi e metodi diversi quali app, baby-club, influencer, blog, video-blog, social media per lo più sponsorizzati per far pervenire un messaggio pubblicitario personalizzato alle donne, che si trovano in un momento delicato della loro maternità. Il marketing digitale contrasta l’impegno del mondo sanitario a promuovere l’allattamento al seno, norma nutrizionale ottimale per l’infanzia”, sottolineano i rappresentanti delle società scientifiche.

I pediatri ed i neonatologi italiani dichiarano la propria “viva preoccupazione per i possibili effetti negativi sulla salute materno-infantile e si associano all’Oms nel richiedere al legislatore un’attenzione speciale per regolamentare tempestivamente il marketing digitale sul latte artificiale”.

Il nuovo ecosistema informativo va regolamentato al fine di tutelare diritti e salute pubblica.

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